Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’ex ministro torna vicesindaco «La politica è stare tra la gente»
Stefani: «Non è un passo indietro, ma una medaglia». E non dimentica l’autonomia
TRISSINO È partita da quella poltrona e in quella poltrona è tornata. Poco importa che nel frattempo sia stata onorevole della Repubblica – e lo sia tuttora – ma soprattutto ministro del primo Governo Conte. Ora la senatrice della Lega Erika Stefani è tornata a svolgere (anche) il ruolo di vicesindaco del Comune di Trissino, che aveva già ricoperto fino a sette anni fa. «È casa mia – dichiara Stefani – ed è un compito che mi piace, che mi permette di stare a contatto con il mio territorio».
Sembra un vero e proprio cambio di paradigma quello che ha portato l’ex-ministro per gli Affari regionali e le autonomie del governo gialloverde (2018-2019) ad accettare un incarico nella squadra amministrativa di un Comune di ottomila anime. Un ritorno al punto di partenza, visto che il primo incarico amministrativo per la parlamentare leghista è stato proprio il ruolo di vicesindaco a Trissino tra il 2009 e il 2013. Poi l’elezione in parlamento e, cinque anni dopo, la nomina a ministro con al centro il tema forte dell’autonomia e il ritorno in Senato nell’estate scorsa. Ora, come un gioco dell’oca della politica, si torna alla casella di partenza. «Ma non lo considero un percorso a ritroso – afferma Stefani – anzi per me questo incarico rappresenta una medaglia in più nel mio curriculum. Essere a contatto con la gente è il modo più bello di fare politica».
Da ieri la senatrice è infatti il nuovo vicesindaco e assessore alla Cultura di Trissino, sostituendo Valentina Diddoro (lista civica per Trissino), che per motivi di lavoro ha rassegnato le dimissioni dalla squadra del sindaco Davide Faccio. La genesi vuole che sia stato lo stesso primo cittadino a pensare alla senatrice per assegnare il posto vacante in Giunta: «Abbiamo un buon rapporto – precisa Faccio – ci sentiamo spesso e non ho fatto a tempo a terminare la telefonata che già aveva accettato la mia richiesta con entusiasmo». Stefani manterrà il suo posto in parlamento, compreso il ruolo di capogruppo della Lega nella Giunta per le immunità parlamentari, e dunque dal martedì al giovedì sarà a Roma. Negli altri giorni, però, sarà al lavoro nel suo Comune e per il quale, tra l’altro, non prenderà alcuno stipendio: «L’indennità da parlamentare non è cumulabile con altre indennità – spiega l’ex-ministro – ma ho chiesto che il mio emolumento (12 mila euro lordi all’anno, Ndr) possa essere messo a disposizione del capitolo della Cultura nel bilancio comunale«.
Ma anche dalla poltrona di vicesindaco di Trissino, che ieri Stefani ha ricoperto per la prima seduta di Giunta, rimane alta l’attenzione sul tema dell’autonomia che ha contraddistinto la sua esperienza al Governo: «In questa fase di emergenza – osserva la senatrice – si è capito come dovrebbe veramente funzionare il federalismo e l’autonomia, con maggiori competenze alle Regione e lo Stato nel ruolo di coordinatore. Sono però sicura che questa emergenza sarà strumentalizzata per anni come scusa per non fare l’autonomia, quando invece andrebbe maggiormente rafforzata».