Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vacanze vicine, 8 veneti su 10 vogliono restare in regione
Le ricerche dei veneti su Airbnb a maggio dicono che la propria regione è la prima meta desiderata Michielli: «Aperti solo 40 alberghi su 750, prudenza»
Otto veneti su dieci hanno cercato come prima meta di vacanza su Airbnb il litorale veneto. Disdette a pioggia degli stranieri per le case vacanza che si consolano con il 40% di prenotazioni nordestine.
VENEZIA Sarà un’estate vintage, un ritorno alle vacanze «casalinghe» sul litorale dietro casa: Jesolo, Bibione, Caorle, Rosolina. Le spiagge venete, insomma. Quelle snobbate, nelle ultime decadi in favore del mare del Sud, della Grecia, del Nord Africa. Chi è del ramo lo vaticina da settimane. Ora gli indizi si moltiplicano e cominciano a costituire una prova. Secondo Airbnb, che pure ha uno zoccolo duro di stranieri alla ricerca di sistemazione in Italia, i veneti nel mese di maggio sul portale Airbnb hanno cercato soprattutto il litorale veneto. Le spiagge di quando si era bambini sono la destinazione più ricercata, seguita dal Trentino-Alto Adige e dall’Umbria. Per fare un raffronto: lo scorso anno nello stesso periodo, il litorale veneto e la laguna erano terzi dietro a Sardegna e Sicilia. Una conferma, insomma, che più che «restare in Italia»(anche se da domani si aprono i confini regionali), la tendenza è di «restare in Veneto». Vince la prudenza che ben si comprende a fronte dell’emergenza sanitaria e di una non celata fiducia nel sistema sanitario regionale a fronte degli altri. Secondo l’analisi Airbnb, otto veneti su dieci cercano espressamente mete nella regione. Lo scorso anno erano solo uno su due. Infine una curiosità: nel mondo alla rovescia del post Covid, tornano altri desideri d’antan: fra le ricerche delle case, i filtri «con piscina» e «per animali» superano «con Wi-fi», storicamente il più popolare. Come a dire che la vacanza, oltre che vicino a casa dovrà essere anche di stacco dal flusso ininterrotto di notizie degli ultimi mesi.
L’assaggio d’estate casalinga c’è stato durante il concitato ponte del due giugno. Città d’arte, Venezia in primis, e spiagge prese d’assalto dal turismo domestico. E non pesano le code sull’arenile per ottenere gli agognati dodici metri quadrati d’ombrellone e due lettini d’ordinanza. Per altro, due, non più di due e rigorosamente igienizzati. La coda di nordica memoria è ormai entrata prepotentemente nel quotidiano dei veneti che l’accettano di buon grado per iniziare a occuparsi di tintarella anziché di virus. Forse un po’ più inaspettata quella di auto lunga 45 km fra Sottomarina e Padova.
A Sottomarina e Isola Verde, dal 5 giugno, si prenota la sdraio sul portale «Beepass». Su quello di Bibione arrivano 200 prenotazioni al giorno. Sorridono anche Jesolo, Eraclea e Chioggia. «Abbiamo fatto il pienone. - spiega Alessandro Berton della società JesolMare - E chi, come noi, ha scelto di aumentare ulteriormente le distanza è stato premiato». «Abbiamo visto molta di più di quella che ci saremmo aspettati - spiega il presidente Ascot di Chioggia Giorgio Bellemo. Aiuta molto anche dal punto di vista psicologico». A Caorle, il Consorzio arenili ha organizzato una task force per la sanificazione. E a Jesolo registravano il tutto esaurito negli alberghi e un 50% d’occupazione sulla spiaggia. «E spero bene che gli alberghi registrino un sold out - commenta amaro Marco Michielli di Federalberghi considerato che hanno aperto i battenti 40 strutture sulle 750 della costa veneta. Comprendo gli appelli all’ottimismo ma c’è da avere molta prudenza prima di esultare. Non è il caso di montarci la testa. Non sono pessimista ma sono realista. Ci mancheranno comunque gli stranieri e il resto dei turisti italiani». Stranieri che mancheranno anche ad agenzie immobiliari e affittuari di case vacanza. «I colleghi del litorale - spiega Mauro Torresan,presidente di Fiaip Veneto - mi segnalano un 3040% di clientela rispetto agli altri anni. Mancherà il 60% costituito da turisti che stranieri che hanno disdetto in massa. Le agenzie registrano prenotazioni dal Nordest, punto. Ci si sarebbe potuti aspettare un exploit della casa vacanza rispetto all’albergo ma così non è. Oltre alla domanda, scende anche l’offerta. C’è chi pensa che i costi in più legati all’igienizzazione - ma c’è anche chi pretende la sanificazione non rendano conveniente affittare». Per igienizzare un appartamento servono 30 euro e meno di due ore, per sanificarlo, un giorno intero e circa
100 euro che pesano, poi, sui costi d’affitto. «Diciamo che appartamenti affittati a 650 euro a settimana possono arrivare a 800 - spiega Torresan per non parlare di altri problemi e costi che lievitano. Solo a Jesolo si prevedono 50 mila addetti in meno, tutti senza cassa integrazione. E per stagionali si intendono anche quelli che andavano a rinforzare le agenzie immobiliari. Il bonus vacanze, poi, si può usare sulla carta ma nessuno ha intenzione di accollarsi il costo da usare poi come credito fiscale». Nel frattempo, l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, annuncia che la campagna di rilancio del turismo veneto è ultimata e sarà presentata a giorni, unica indiscrezione: sarà molto social. «I dati di questo lungo ponte sono incoraggianti. - commenta Caner - Per ora parliamo di prenotazioni solo nel week end e mancano ancora i turisti stranieri ma i segnali sono buoni. Mi dicono di prenotazioni per luglio e agosto. Così anche chi non era certo di riaprire ora ci sta pensando».
” Torresan (Fiaip)
Per le case vacanza sarà una stagione magra: gli stranieri hanno disdetto in massa, resta solo il 40% di prenotazioni nordestine. Aumentano anche i costi e c’è chi chiede la sanificazione