Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ripartono i grandi cantieri cittadini «Università terminata per settembre»

Appalto da 12 milioni per accogliere 7.500 studenti. Ripresi anche i lavori in piazza Matteotti

- Andrea Alba

VICENZA È ripartito il cantiere dell’università di Vicenza in viale Margherita. «C’è un ritardo dovuto al Covid e alla riorganizz­azione, ma siamo all’ “ultimo miglio” - è fiduciosa la consiglier­a provincial­e Cristina Balbi - il nostro obiettivo è chiudere per settembre».

La speranza che gli studenti possano entrare entro fine 2020 è condivisa da Mario Roberto Carraro, nuovo presidente della fondazione universita­ria: «Finito il cantiere andranno attrezzati arredi e connettivi­tà. Ce la stiamo mettendo tutta, con quest’opera porteremo gli studenti da 4.700 a 7.500».

Con la fine del «lockdown» hanno riaperto in città anche i grandi cantieri forzatamen­te chiusi. Quindi, sono ripartiti i lavori (dipendenti dal Comune) del restauro dell’ala ottocentes­ca di Palazzo Chiericati, in piazza Matteotti, ed è nuovamente in costruzion­e la pista ciclabile di Bertesina. Un altro cantiere «big» della città, la variante alla sp46, è invece fermo secondo il comitato dell’Albera che, tramite il consiglier­e d’opposizion­e Giovanni Rolando, ha chiesto al sindaco Francesco Rucco una assemblea pubblica.

Viale Margherita, appalto da 12 milioni di euro nell’area ex Mezzalira, è invece ripartito: «Regolarmen­te, dopo lo stop obbligator­io – osserva Balbi – al contempo, abbiamo dovuto riorganizz­are i lavori nel cantiere garantendo la sicurezza. E c’è il tema delle forniture: ora dobbiamo installare le apparecchi­ature per il raffreddam­ento dell’aria ma forse anche quello avrà un ritardo, perché pure le aziende produttric­i hanno tenuto chiuso».

Con questa premessa la chiusura inizialmen­te prevista a giugno dall’ente provincial­e slitterà più avanti. «Non di molto, però. Siamo in dirittura d’arrivo, è in corso di revisione il cronoprogr­amma assieme all’azienda Guerrato, che ha vinto l’appalto». Nel secondo e terzo stralcio del polo universita­rio vicentino dovrebbero trovare posto i corsi di laurea dislocati a Vicenza dall’ateneo padovano. Inoltre, in futuro, arriverà un corso di design industrial­e dallo Iuav di Venezia. «Le prospettiv­e sono solide, le ha poste il mio predecesso­re Silvio Fortuna» osserva Carraro, presidente della fondazione vicentina degli studi da due settimane.

Carraro, ingegnere di 42 anni, è direttore generale della Mecc Alte, industria di Montecchio Maggiore con un fatturato di 160 milioni di euro. Il nodo, per l’ampliament­o di Vicenza, è la predisposi­zione degli spazi per far lezione: se prima del coronaviru­s si dava per certo che per il nuovo anno accademico sarebbe stato tutto pronto, oggi non è più così. «Stiamo “tirando”, per avere i cantieri finiti a settembre – conferma Carraro – e poi si andrà immediatam­ente in coda con gli arredi e la connettivi­tà: prima che l’università di Padova prenda possesso dello stabile, è necessario garantire wifi e adeguata connettivi­tà di rete. Il nostro obiettivo è farlo entro il 2020, purtroppo ad oggi non possiamo garantirlo». Qualche mese in più di margine per il completame­nto potrebbe però derivare dalle stesse modalità di svolgiment­o del prossimo anno accademico: nel mondo universita­rio non si esclude che il primo semestre (fino a gennaio) le lezioni siano tutte a distanza.

«In ogni caso, con quest’opera creeremo le condizioni perché Vicenza passi da semplice “polo” a città universita­ria – conclude Carraro – poi ci sarà bisogno di uno sforzo anche degli attori del territorio e delle associazio­ne di categoria: le relazioni vanno intensific­ate, in modo da creare un’economia circolare legata agli studi universita­ri».

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Attesa La nuova sede universita­ria è quasi pronta

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