Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ripartono i grandi cantieri cittadini «Università terminata per settembre»
Appalto da 12 milioni per accogliere 7.500 studenti. Ripresi anche i lavori in piazza Matteotti
VICENZA È ripartito il cantiere dell’università di Vicenza in viale Margherita. «C’è un ritardo dovuto al Covid e alla riorganizzazione, ma siamo all’ “ultimo miglio” - è fiduciosa la consigliera provinciale Cristina Balbi - il nostro obiettivo è chiudere per settembre».
La speranza che gli studenti possano entrare entro fine 2020 è condivisa da Mario Roberto Carraro, nuovo presidente della fondazione universitaria: «Finito il cantiere andranno attrezzati arredi e connettività. Ce la stiamo mettendo tutta, con quest’opera porteremo gli studenti da 4.700 a 7.500».
Con la fine del «lockdown» hanno riaperto in città anche i grandi cantieri forzatamente chiusi. Quindi, sono ripartiti i lavori (dipendenti dal Comune) del restauro dell’ala ottocentesca di Palazzo Chiericati, in piazza Matteotti, ed è nuovamente in costruzione la pista ciclabile di Bertesina. Un altro cantiere «big» della città, la variante alla sp46, è invece fermo secondo il comitato dell’Albera che, tramite il consigliere d’opposizione Giovanni Rolando, ha chiesto al sindaco Francesco Rucco una assemblea pubblica.
Viale Margherita, appalto da 12 milioni di euro nell’area ex Mezzalira, è invece ripartito: «Regolarmente, dopo lo stop obbligatorio – osserva Balbi – al contempo, abbiamo dovuto riorganizzare i lavori nel cantiere garantendo la sicurezza. E c’è il tema delle forniture: ora dobbiamo installare le apparecchiature per il raffreddamento dell’aria ma forse anche quello avrà un ritardo, perché pure le aziende produttrici hanno tenuto chiuso».
Con questa premessa la chiusura inizialmente prevista a giugno dall’ente provinciale slitterà più avanti. «Non di molto, però. Siamo in dirittura d’arrivo, è in corso di revisione il cronoprogramma assieme all’azienda Guerrato, che ha vinto l’appalto». Nel secondo e terzo stralcio del polo universitario vicentino dovrebbero trovare posto i corsi di laurea dislocati a Vicenza dall’ateneo padovano. Inoltre, in futuro, arriverà un corso di design industriale dallo Iuav di Venezia. «Le prospettive sono solide, le ha poste il mio predecessore Silvio Fortuna» osserva Carraro, presidente della fondazione vicentina degli studi da due settimane.
Carraro, ingegnere di 42 anni, è direttore generale della Mecc Alte, industria di Montecchio Maggiore con un fatturato di 160 milioni di euro. Il nodo, per l’ampliamento di Vicenza, è la predisposizione degli spazi per far lezione: se prima del coronavirus si dava per certo che per il nuovo anno accademico sarebbe stato tutto pronto, oggi non è più così. «Stiamo “tirando”, per avere i cantieri finiti a settembre – conferma Carraro – e poi si andrà immediatamente in coda con gli arredi e la connettività: prima che l’università di Padova prenda possesso dello stabile, è necessario garantire wifi e adeguata connettività di rete. Il nostro obiettivo è farlo entro il 2020, purtroppo ad oggi non possiamo garantirlo». Qualche mese in più di margine per il completamento potrebbe però derivare dalle stesse modalità di svolgimento del prossimo anno accademico: nel mondo universitario non si esclude che il primo semestre (fino a gennaio) le lezioni siano tutte a distanza.
«In ogni caso, con quest’opera creeremo le condizioni perché Vicenza passi da semplice “polo” a città universitaria – conclude Carraro – poi ci sarà bisogno di uno sforzo anche degli attori del territorio e delle associazione di categoria: le relazioni vanno intensificate, in modo da creare un’economia circolare legata agli studi universitari».