Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rogo alla Geo&Tex, la procura apre un’inchiesta
Capannone sotto sequestro. Il sindaco: «Dalle prime analisi inquinanti sotto controllo»
VALBRENTA Un’inchiesta aperta, con accertamenti specifici già delegati dalla procura, e parte del capannone sotto sequestro, una sezione che la proprietà chiede parzialmente di usare per non fermare la produzione di geotessuto andato bruciato e da consegnare in Germania. Starà ai carabinieri, con il personale di polizia giudiziaria dei Vigili del fuoco, chiarire le cause del vasto rogo che la notte tra venerdì e sabato ha fatto collassare il magazzino della Geo&Tex 2000 di via Giusti a Campolongo in Valbrenta, creando danni che stando alle prime stime ammonterebbero a due milioni di euro.
Il pubblico ministero Cristina Carunchio ha delegato indagini per chiarire le cause del rogo partito dall’esterno, da un deposito di materiali. Al momento gli inquirenti stanno vagliando l’ipotesi del corto circuito ma anche quella del dolo: non si può escludere infatti che il disastro sia opera di qualcuno. «È stata una cosa strana», ammette Renato Campana, titolare della Geo&Tex 2000 che ringrazia Vigili del fuoco e dipendenti e che chiede la possibilità di utilizzare un macchinario nuovo che si trova proprio nella parte di capannone posto sotto sequestro. Un macchinario decisivo per tornare a produrre il geotessuto. «Lascio agli inquirenti stabilire l’origine dell’incendio - commenta il sindaco di Valbrenta, Luca Ferazzoli, che in merito al rischio inquinamento ambientale fa sapere - secondo le prime analisi eseguite dai tecnici di Arpav non ci sono tracce di cloro, e questo lascia presumere che non ci sia diossina, ma attendiamo l’esito delle ulteriori analisi che dovrebbero arrivare a breve per avere un quadro più completo. La mia ordinanza che vieta di raccogliere e mangiare la frutta e la verdura dei terreni di Campolongo sul Brenta rimane comunque valida fino a domani». Un’ordinanza, questa, che è stata emessa a titolo precauzionale anche dai sindaci dei Comuni limitrofi dove si è spostata causa vento la nube di fumo.
Quanto poi al vicino fiume Brenta, nelle cui acque sono state rilevate sostanze come etanolo e acetone in quantità però limitate, Ferrazzoli precisa: «La procura ha autorizzato lo spostamento del materiale bruciato per scongiurare sversamenti e quindi inquinamenti nel caso in cui dovesse piovere quel materiale verrà stoccato, a disposizione degli inquirenti per gli accertamenti del caso».