Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Finint, utile da 14 milioni Imprese, Marchi punta sugli investimenti esteri
Per il gruppo di Conegliano 2019 da record
TREVISO «Appena scoppiata l’epidemia abbiamo subito pensato che sarebbero arrivati momenti molto difficili. Man mano che l’emergenza si è allentata, però, ci è stato possibile notare segnali di vivacità e molta voglia di riscatto e di ripresa da parte, soprattutto, delle aziende più resilienti».
Enrico Marchi, presidente di Banca Finint, dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei conti del 2019, affronta un’analisi su quello che potrà accadere da oggi in poi anche sulla scia degli indizi percepiti nei cento giorni oscuri del Coronavirus. E il 2020, sostiene, «avrà necessariamente indicatori meno brillanti di quelli che abbiamo appena esaminato ma che rimarranno comunque in ambito positivo, perché le prospettive ci appaiono più positive di quelle immaginabili all’inizio del lockdown».
Lo scorso esercizio, per cominciare, mette in archivio un utile netto consolidato di
14,7 milioni, in aumento del
49,4% rispetto all’anno prima (di cui 10,5 riferibili alla sola capogruppo). Si tratta di un importo che è stato deciso di accantonare a riserva accogliendo così la raccomandazione di Banca d’Italia a non distribuire dividendi almeno fino al 1. ottobre.
Il margine finanziario e da servizi è stato pari a 53 milioni (+8,2%), con commissioni nette per 47 milioni (+7,8%), quello di intermediazione è cresciuto di 10 punti a
55,3 milioni. Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, il Cet 1 di Banca Finint tocca il 37,1%, ratio che a livello di gruppo si attesta al
14,3%. Il tasso di copertura delle sofferenze, al netto dell’importo di recupero sui finanziamenti alle Pmi garantito dal Fondo Nazionale di Garanzia, è dell’87%.
«Certo – prosegue Marchi ritornando sulle riflessioni sull’economia nazionale per i prossimi mesi – io condivido in pieno le preoccupazioni del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, le quali non sono però incompatibili con le nostre aspettative in senso positivo. Noi operiamo in una realtà particolare, ogniqualvolta avvengono cambiamenti non previsti possiamo verificare come, a fronte di molte imprese in difficoltà, altre reagiscono cercando opportunità di crescita, anche per linee esterne. E’ una selezione darwiniana, i soggetti con maggiore capacità di rispondere alle sfide in momenti come questi mostrano di riprendere vigore e molte operazioni che nei mesi scorsi avevano rallentato ora stanno recuperando i ritardi».
Fra le dinamiche che potrebbero condurre ad acquisizioni di realtà italiane, il fondatore di Banca Finint non esclude affatto l’intervento di investitori internazionali: «I prezzi adesso sono decisamentre mente a favore di chi compra – osserva – e chi è forte ed ha liquidità cerca di sfruttare la circostanza». Se c’è poi un segmento che Finint sta potenziando è quello della consulenza a favore di imprese che cercano strumenti per la ristrutturazione del debito. «Stiamo parlando ovviamente di realtà imprenditoriali sane – conclude Marchi – le quali in questo momento hanno bisogno di un supporto e dunque, in molti casi, di individuare le migliori condizioni per dilatare le scadenze verso le banche creditrici».
Anche l’amministratore delegato, Giovanni Perissinotto, ritiene vi siano per Banca Finint le condizioni per «guardare con fiducia al prossimo futuro, caratterizzato da un contesto di generale incertezza causato dalla pandemia da Covid-19. Un nemico invisibile che ha sconvolto il mondo e che ha portato con sé gravi ripercussioni dal punto di vista economico, con un tessuto imprenditoriale fortemente provato e che oggi più che mai ha bisogno di essere supportato e sostenuto».
” Selezione durissima ma alla ripresa i più forti si stanno già muovendo
” Opportunità per la finanza al fianco delle aziende sane da ristrutturare