Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il d-day «liberi tutti» folla in spiaggia e zero mascherine
Il sindaco: «Tanta gente E sabato prossimo ci sarà da diventare matti»
JESOLO (VENEZIA) «C’è tanta gente in spiaggia, vero?». Sì, sindaco, è bella piena. Magari non dappertutto allo stesso modo, ma c’è il pienone. «Bene, siamo andati perfino oltre le aspettative», fa i conti Valerio Zoggia. «E se fa tempo bello anche nel fine settimana - aggiunge il sindaco di Jesolo -, da venerdì ci sarà da diventare matti...». Un «mare nostrum» come non mai. Succede nel primo ponte dell’estate del virus, in un 2 giugno che sorprende, ma perché assomiglia terribilmente a quelli degli anni passati. Le differenze le fanno i dettagli, ma per quelli, come per le vignette della Settimana enigmistica, bisogna sforzare l’occhio, almeno un po’.
Spicchio di mare di fronte alla Capannina Beach, spiaggia dei più giovani e della movida. Jacopo e Simone, bassanesi e, per la verità, anche trentenni, raccontano: «Siamo qui da domenica. Lui ha casa qui - dice Jacopo, indicando l’amico -. Differenze particolari? A me, sinceramente, pare tutto come sempre». In effetti, di mascherine, non più obbligatorie all’aperto da un paio di giorni, non se ne vede una. Costumi, occhiali da sole, tanti petti maschili squadrati e depilati, tanti bei profili femminili, asciugamani, anche sui pontili dove pure non si potrebbe; un pallone da pallavolo che va su e giù per un bel gruppetto, e anche qui non è che si potrebbe. Tavoli dei chioschi pieni per apertitivi prima, per toast e club a partire dal mezzogiorno... «Se guardi bene - ora parla Simone - le compagnie tendono a fare circolo. Stanno tra di loro e si mischiano meno, vedi? L’altra cosa, ma l’avrai visto anche tu, è che siamo tutti veneti».
Facciamo contento il maresciallo de La Palice: ancora per un po’, da fuori confine e da altre regioni non ce ne possono essere, ma i veneti hanno fatto per tre: tutto quel che si poteva occupare è occupato. Chiosco Vela azzurra, un po’ fuori dall’epicentro della «fiesta». Dietro al banco fatica Emanuele: «C’è tanta voglia di mare, mancano gli stranieri ma gli italiani sono venuti. Stiamo lavorando molto, anche oltre le aspettative». Qui, però, c’è un bel mazzo di ombrelloni chiusi... «É vero ma sono quelli degli hotel e molti non hanno ancora aperto. Forse potevano organizzarsi meglio e dare ombrelloni e sdraio in gestione, ma insomma...».
Tutto non si può avere e, del resto, felicità è desiderare ciò che si ha. Giusto ragazze? Forse non conoscono il motteggiare di Flaiano ma Rachele, Erika, Giulia, Samantha e Giada hanno tutto quel che gli serve. Diciottenni, veronesi, a turno trascinano un frigo portatile stazza comodino. Verona ma niente
” Simone
Le compagnie tendono a fare circolo e non mischiarsi
lago. Non era più comodo? «Sì ma avevo voglia di mare, di movida, della Capannina, di giovinezza... Siamo venute qui anche il 18, anche se solo per una passeggiata. La gente è stanca di stare a casa». Spiaggia libera? «Sì, certo. Capannina...». Vi accompagno e parliamo un po? «Fatta ma, se ci metti sul giornale, scrivi anche che hai parlato con le Super chicche?». Sosta per la crema protettiva poi, alla meta, foto di gruppo e saluti. «Fanne una anche con il nostro cellulare... Buon 2 giugno!».
I cartelli con le regole per gestire il mare al tempo del Covid sono più o meno ovunque. I chioschi hanno accessi e uscite segnate col nastro biancorosso e «buttadentro» che aiutano a tenere la distanza: sul metro, però, si fa decisamente a occhio, specie sulla spiaggia libera. La «non normalità» che ti aspetti si respira, forse, solo ai bagni. Si resta in fila, le file sono abbastanza ordinate e molti, specie donne e ragazze, prima di chiudersi la porta alle spalle levano di borsa la mascherina che non c’è. Qualcuno che esagera lo si trova anche da queste parti. Coppia di giovanissimi, aria da diciotto anni fatti ieri, le 11.23 del mattino. Amico uno: «No, basta Red Bull. Cancellata». Amico due: «Allora ci facciamo un vodka lemon?». Amico uno barcolla: «No, facciamo un mojito. Però prima fammi andare al ces...». É un mondo a macchia di leopardo. Mezzo chilometro e, a bordo spiaggia, capita di incontrare il completo carta da zucchero e la bici d’antan di Bruno: «É l’abito da giorno, la sera sono più formale». Sorride, appunto, il responsabile di Terrazza Sorriso, ristorante del Villa Hotel che ha lo stesso nome smagliante: «Sta andando bene e mi pare ci sia un pubblico più educato e rispettoso». La nuova via per Jesolo? «Forse sì. Può essere».
Il mare è appena increspato, molti fanno il bagno eppure sui pennoni sventola bandiera rossa. Come mai? Francesco Sangermano, comandante della capitaneria di porto: «La stagione si apre il 6 giugno, come da ordinanza firmata il 29 maggio scorso, e chiude il 15 settembre. Dal 6 sarà obbligato garantire la sicurezza ai bagnanti. Ora siamo nella cosiddetta fase di apertura “a fini elioterapici” e, del resto, molti stabilimenti sono ancora chiusi. Quelli aperti hanno bandiera rossa e cartelli che indicano come il servizio di assistenza alla balneazione non sia attivo». In una stagione complicata come non mai, si è cercato comunque di fare uno sforzo: «In questo primo ponte - ancora Sangermano - immaginavamo l’assalto al mare e abbiamo chiesto ai consorzi di garantire almeno un assistente per torretta». Uno dove, normalmente, i «vecchi» bagnini sarebbero due. Da sabato prossimo, però, serviranno tutti: per entrare nella spiaggia, libera o non, si dovrà prenotare. Come diceva il sindaco? Ci sarà da diventar matti...
” Emanuele C’è voglia di mare, non ci sono gli stranieri ma sono tanti gli italiani
” Bruno
Sta andando bene e mi pare ci sia un pubblico più educato