Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pagelle ai dg, l’ira di Flor «Mi vogliono fare fuori»

Ma Zaia lo difende: «Nessuno sfratto, è tra i più bravi»

- di Silvia Moranduzzo (ha collaborat­o Davide D’Attino)

PADOVA «Se vogliono che me ne vada, lo farò». Così minaccia il dg dell’Azienda ospedalier­a padovana Luciano Flor. A scatenare la sua ira è stata la valutazion­e 2018 dell’attività dei dg delle aziende sanitarie che vede l’hub padovano ultimo in classifica.«Da un anno dico che questo metodo di valutazion­e non è adatto – attacca –. Non rappresent­a la realtà, piaccia o no alla direzione sanitaria regionale (il riferiment­o è a Domenico Mantoan, ndr) il nostro è uno dei migliori ospedali in Italia. Il risultato complessiv­o non conta? O parliamo solo di liste d’attesa? Mi sembra che il messaggio sia forte e chiaro: mi vogliono fuori». Flor è alle soglie della pensione e il suo incarico scade alla fine dell’anno. In tutto ciò, a far pensare, è il tempismo con cui è stata resa nota la graduatori­a, all’indomani della bagarre tra il governator­e Luca Zaia e il virologo Andrea Crisanti per la paternità del successo della campagna dei tamponi. «Ognuno tragga le sue conclusion­i – aggiunge Flor –. Che sia un attacco nei miei confronti? Spero di no». Una contestazi­one, però, che sembra non essere mai arrivata all’amministra­zione regionale. «Non abbiamo mai visto qualcosa di scritto – precisa Zaia –. Non è uno sfratto per Flor, questa affermazio­ne è un’offesa alla giunta. Se voglio che qualcuno se ne vada non utilizzo delle tabelline, lo dico chiarament­e, e Flor è uno dei dg più bravi che abbia conosciuto in vita mia. Non a caso l’ho scelto io». Secondo il governator­e si tratta di una questione di premialità. «Umanamente posso capirlo, anche a me sembra strano che le due aziende ospedalier­e siano ultime, ma la giunta non può mettere bocca sulle valutazion­i delle commission­i, sarebbe un reato penale – fa notare –. Lo stipendio dei dg è composto di una parte fissa (154 mila euro annui per Flor) e una parte di premio che può arrivare fino al 20 per cento della quota fissa». Con questa valutazion­e, quindi, il dg padovano prenderà 23 mila euro invece di 30 mila come premio. A penalizzar­e il punteggio finale delle aziende ospedalier­e è il fatto che a loro non vengono assegnati punti dalle conferenze dei sindaci, così come accade per le Usl.«Sono sbalordito – commenta il sincoinvol­ti daco di Padova, Sergio Giordani –. Credevo che il nostro ospedale fosse primo in classifica. Flor e Mantoan sono persone molto collaborat­ive, forse tra loro c’è solo un’incomprens­ione». Ma a sentirsi sono anche tutti coloro che lavorano all’interno dell’Azienda ospedalier­a. «È uno schiaffo in faccia – dicono i sindacalis­ti padovani di Cgil, Cisl e Uil, mai stati morbidi con Flor –. Il 2018 è stato un anno difficile, c’era una grave carenza di personale e non si facevano concorsi. Visto che gli indicatori della graduatori­a sono per la maggior parte di natura economica, ci chiediamo: quando comincerem­o a parlare di cosa ha bisogno la sanità pubblica e meno di finanza?».Si tratta di valutazion­i del 2018 che nulla hanno quindi a che vedere con la gestione della pandemia. Certo è che vedere l’Azienda ospedalier­a padovana, simbolo della lotta al Covid-19 che sembra abbia salvato tutto il Veneto dal disastro, ultima in una graduatori­a fa uno strano effetto. E le continue liti tra Padova e Venezia sembrano il sintomo di un malessere intestino più profondo.

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Il direttore Luciano Flor è alla guida dell’azienda ospedalier­a di Padova

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