L’infermiera in casa di riposo «Tenevo la mano ai malati»

VERONA Il destino ha voluto che si chiamassero con lo stesso nome. Marina lei, Marina la figlia di Albertina, l’anziana donna che ha visto morire, mentre le teneva la mano, in piena epidemia di Covid 19. «L’ho saputo solo molto tempo dopo, quando lei è riuscita a mettersi in contatto con me. Mi ha detto che la coincidenza le ha fatto piacere. Che questa omonimia possa aver aiutato la madre a percepire anche la sua presenza, negli ultimi istanti di vita. Marina Vanzetta è infermiera caposala dell’Otorinolaringoiatria dell’ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar. Anche lei figura nella lista degli “eroi del Covid” stilata dal Quirinale. Vanzetta, anche operatrice del 118, è stata una delle testimoni del focolaio più grave registrato in provincia di Verona: quello della casa di riposo di Villa Bartolomea, costato 37 vittime, oltre un terzo degli ospiti. Tra questi, la signora Albertina. «La telefonata è arrivata di sera – ricorda – siamo arrivati là attorno a mezzanotte, lei era già gravissima, non riusciva a respirare. Abbiamo fatto il possibile, ma è morta prima che potesse essere ricoverata: per tutto il tempo le ho tenuto la mano. Anche attraverso la tuta mi sembrava un segno di vicinanza umana». Marina Vanzetta è abituata a pensare ai pazienti con più difficoltà: nel 2018 è stata lei a suggerire di portare i pazienti pediatrici in sala operatoria su macchinine elettriche. Un modo per portare un po’ di leggerezza in un ambiente difficile. «Per me la menzione del presidente Mattarella – conclude – è un grande onore. Certo, uno non si aspetta di essere premiato per quello che fa nel quotidiano, preferisco interpretarlo come un riconoscimento a tutti gli infermieri. Persone vicine a chi soffre sempre, sia quando c’è un’epidemia, sia in ‘tempo di pace’».

” Marina Vanzetta Un grande onore, certo non ci si aspetta di venire premiati per ciò che si fa nel quotididiano