Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Appalto chiuso 45 lavoratori senza lavoro e senza soldi

- Andrea Alba

ALTAVILLA Di nuovo proteste davanti la sede del magazzino Rossi Catering, del Gruppo Serenissim­a, ad Altavilla: protestano 45 magazzinie­ri che a fine marzo hanno perso il lavoro. Il contratto per l’azienda per cui lavoravano, in appalto per Rossi Catering, è scaduto e non sono più stati riassunti. «L’azienda aveva assicurato la riassunzio­ne quando fossero tornati i carichi di lavoro. Che sono ormai ai livelli di prima dell’emergenza: tuttavia sono state riassunte solo 10 persone» denuncia Matteo Molin Fop, sindacalis­ta Adl Cobas. Il Gruppo Serenissim­a non ha rilasciato dichiarazi­oni sulla vicenda. «Abbiamo chiesto un nuovo incontro in prefettura e continuere­mo con le proteste – dichiara Molin Fop – qui ci sono 45 persone che hanno famiglia per strada. Per loro l’ammortizza­tore sociale Fis, peraltro ad oggi non ricevuto, è quasi alla scadenza». I magazzinie­ri si occupavano della logistica per consegne alimenti ad ospedali, case di riposo, pizzerie, mense e pasti a domicilio. Stando alla denuncia del sindacato, la Rossi Catering da alcuni anni aveva un appalto con la società Rossi Giants srl, di cui i magazzinie­ri erano diretti dipendenti. «Sfruttando un appalto in scadenza e un calo di lavoro dovuto al Covid, la committenz­a ha colto l’occasione per chiudere l’appalto, internaliz­zare il servizio e in questo modo poter attuare una riorganizz­azione, rimarcando inoltre di non avere l’obbligo di riassumere» dichiara il sindacato. Tutti i lavoratori sono stati licenziati e ora sono in attesa dell’assegno Fis dall’Inps. «Nel primo tavolo in prefettura abbiamo chiesto la riassunzio­ne del personale precedente­mente in appalto, creando una graduatori­a che tenesse conto dell’anzianità di cantiere e dei carichi familiari. Rossi Catering si è limitata a un generico impegno a riassumere: di fatto, sono stati riassunti solo una decina di addetti, i più giovani» dichiara Molin Fop. Il sindacato ritiene che questo «sveli il vero motivo per cui l’azienda non ha accettato la nostra proposta della graduatori­a: volevano aver totale discrezion­alità nelle assunzioni, scaricando sulla collettivi­tà i costi sociali degli esuberi. Ma non finisce qui, le manifestaz­ioni continuera­nno» conclude il sindacalis­ta.

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