Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pioggia, grandine e allagamenti Il maltempo assedia il Veneto
A Venezia paura per l’acqua alta da 120 centimetri: a giugno non succedeva dal 2002
VENEZIA Grandine nella Bassa padovana, allagamenti nel Trevigiano e a Venezia ritorna l’incubo dell’acqua alta, con una marea fuori stagione con un picco da 120 centimetri alle 22.30 di ieri sera: non succedeva da quasi vent’anni. Da giorni, era stato preannunciato l’arrivo di un’ondata di maltempo, «una vasta circolazione ciclonica sul nord del continente sta avendo la meglio sull’alta pressione che ci ha regalato un assaggio d’estate», spiegano i meteorologi. Il che vuol dire: pioggia, come quella che si è abbattuta da giovedì sera sulla nostra regione, fino a domenica. Ma c’è già chi anticipa una seconda settimana di giugno con l’ombrello e lontano dalle spiagge: il maltempo dal nord Europa potrebbe durare infatti fino al 12 giugno. Nell’attesa di smentite (come sperano tutti) o conferme la Protezione civile del Veneto ieri ha emesso un avviso di attenzione per precipitazioni diffuse con rovesci e temporali abbondanti. «La fase più intensa - si legge - è prevista fino al mattino di venerdì con riprese nel pomeriggio. A rischio colate di detriti l’area di Borca del Cadore nel Bellunese».
A Venezia, colpita duramente dall’acqua granda di novembre, ieri poco prima delle 20 sono suonate le sirene di allertamento i cui rintocchi fanno temere il peggio a residenti e commerciante. La previsione, inizialmente a
115 centimetri, ieri a ora di pranzo è stata portata a 120, abbastanza da creare problemi nelle aree più basse della città. Ieri sera, al picco delle
22.30, in alcune zone erano necessari gli stivali di gomma: le passerelle non c’erano. Ma non è una novità, ogni anno il Comune le rimuove dal 30 aprile al 15 settembre, stagione in cui il fenomeno è raro. Infatti, solo una volta da inizio Duemila l’acqua alta ha superato i 110 centimetri: era il giugno del 2002. Sull’isola di Pellestrina, dove in autunno i danni sono stati ingenti, la Protezione civile ha fatto sistemare sacchi di sabbia lungo le rive dove i lavori di ripristino non sono ancora ultimati e sono state sistemate motopompe a risucchiare la marea.
Dopo un inverno mite e una primavera soleggiata come raramente accade, la pioggia tanto attesa contro il rischio di siccità è arrivata con strascichi però di danneggiamenti ai campi coltivati e in alcuni casi, in particolare nella zona di Montebelluna nel Trevigiano, di allagamenti di strade e scantinati. Nella Bassa padovana la situazione più seria con grandi chicchi di grandine sulle coltivazioni. «Dopo aver colpito giovedì mais, soia, orzo e vigneti nel Feltrino, ora ha segnato il territorio padovano - spiega Coldiretti del Veneto - A macchia di leopardo la tempesta si è abbattuta sulle colture nelle serre e difese dalle reti protettive. Mentre nella provincia di Belluno i tecnici stanno monitorando i danni ad Anguillara Veneta, Montagnana e Urbana alcuni agricoltori mostrano l’enorme quantità di ghiaccio fermatasi dalle reti». Ma non solo, i chicchi hanno colpito fiori e frutta ma anche zucchine, patate e i filari di vite. «Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito di una primavera - conclude Coldiretti - che ha segnato tutte le produzioni dalla frutta alla verdura, dalla vite ai grandi cereali. Gli agricoltori cercano di difendersi con impianti e strutture oltre che con le polizze assicurative ma la furia dei nubifragi è così violenta che squarcia le coperture e distrugge tutto».
Nel Trevigiano, a Montebelluna, già giovedì sera i Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire a seguito di richieste di aiuto per allagamenti diffusi: erano caduti 74 millimetri d’acqua in nemmeno un’ora. «È stato attivato subito il Centro operativo comunale, per coordinare gli interventi di soccorso - spiega il sindaco di Montebelluna Marzio Favero Il canale Brentella a causa dell’eccezionale evento è esondato provocando danni in alcune delle abitazioni collocate a poca distanza dall’argine».