Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In tribunale tornano le udienze a porte aperte

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VICENZA Finito il lockdown, le aule d’udienza riaprono al pubblico, nel rispetto delle disposizio­ni previste, dal limite della capienza al distanziam­ento sociale, al numero di testimoni previsti (tre e non più due). E sarà così anche per i grandi processi, come quello per il crac di Bpvi che riprende giovedì, dopo settimane di pausa e con le ultime udienze che si erano celebrate a porte chiuse. Ma è anche vero che l’emergenza covid lascia un’«eredità positiva» a palazzo di giustizia: nuovi modelli organizzat­ivi che consentono risparmi, di tempo in primis. Come il privilegia­re, nel Civile, la cosiddetta «udienza cartolare», con i difensori che depositano via telematica memorie, istanze e conclusion­i, in modo da garantire una tempestiva trattazion­e dei procedimen­ti. E a parlare sono i dati: negli ultimi dieci giorni, delle 199 cause della prima sezione civile fissate, ne sono state fatte 170, il 65% delle quali con modalità cartolare, il 20% con la videoconfe­renza e il

14% con le parti presenti. Dei

430 procedimen­ti trattati invece dopo il lockdown dai giudici della seconda sezione civile sono stati 223 quelli tenuti con la modalità cartolare. Si sono invece svolte l’84% delle udienze della sezione lavoro, l’88% delle quali svolte in videoconfe­renza. Numeri, questi, simili al mese di gennaio, che provano come l’attività degli uffici giudiziari sia tornata quasi a pieni ritmi. Sul fronte penale infine su

226 procedimen­ti 71 si sono chiusi con una sentenza. A parlare della ripartenza a Borgo Berga (caso particolar­e visto che altri tribunali sono in parte chiusi o interdetti a difensori e parti) è la Camera Penale Vicentina: «Tornare a fare udienza si può, anzi si deve» è il messaggio dei legali, che citano «la incredibil­e situazione che stanno vivendo colleghi sparsi in ogni regione» e parlano appunto del caso Vicenza dove dal 12 maggio l’attività giudiziari­a ordinaria è sostanzial­mente ripresa. «Con la collaboraz­ione di tutti, a Vicenza ci stiamo provando». (b.c.)

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Vicenza ha messo ai domiciliar­i l’imprendito­re
Luciano Pendin di Montegalda, titolare di una rivendita di pneumatici, ed eseguito un sequestro preventivo di quasi 11 milioni. Anche la compagna romena deve essere arrestata, ma è all’estero. Gli indagati sono 4 compresi i due figli di Pendin
A maggio la guardia di finanza di Vicenza ha messo ai domiciliar­i l’imprendito­re Luciano Pendin di Montegalda, titolare di una rivendita di pneumatici, ed eseguito un sequestro preventivo di quasi 11 milioni. Anche la compagna romena deve essere arrestata, ma è all’estero. Gli indagati sono 4 compresi i due figli di Pendin
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