Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Coronavirus, ancora morti nelle case di riposo
Nelle ultime due settimane sono deceduti 12 ospiti. In provincia il contagio rallenta
VICENZA Nessun decesso da Covid-19 negli ospedali. Nelle case di riposo, però, il Coronavirus continua a mietere vittime: sono dodici gli ospiti contagiati e deceduti dal 16 maggio. «La nostra speranza è che sia la coda dell’effetto epidemiologico, ci sono anche molte guarigioni – osserva Roberto Volpe, presidente regionale dell’associazione Uripa delle Rsa – stiamo riaprendo alle visite ma con gradualità. Chiediamo però alla Regione di congelare le assunzioni di infermieri da parte delle Usl».
In provincia, secondo i dati della sanità regionale, sono saliti a 325 i decessi per Coronavirus. La situazione negli ospedali mostra che l’epidemia è contenuta, anche se non scomma parsa: nella Usl 7 Pedemontana non ci sono nuovi contagiati (1.601 il totale, da tampone) ma i degenti in ospedale sono tornati a salire a dieci (due in più), di cui 6 a Santorso e gli altri all’hospice di Marostica. Il virus, pur con numeri più ridotti, è ancora presente anche nelle case di riposo. In tutto su 3.809 ospiti delle 34 strutture della Usl 7 si sono contati 445 contagiati (l’11,7%). Sono 87 i deceduti, dieci in più dell’ultimo report regionale (15 giorni fa). L’azienda sanitaria 7, fra quelle venete, è l’Usl che ha avuto più contagi fra gli ospiti anche fra gli operatori: su 3.264 sono 205 quelli contagiati, il 6,3%. Diversi i numeri dell’Usl 8 Berica. Su 38 strutture, con 3.693 ospiti, risultano ad oggi 44 ospiti positivi (15 giorni fa erano 140). Anche qui è pesante il dato dei decessi: 58 ad oggi, due in più di metà maggio. Attualmente su 3.944 operatori sono ancora positivi in 9 (a metà maggio erano 35). «Addolora molto che ci siano ancora dei decessi – osserva Volpe, amministratore anche della casa di riposo Fondazione Marzotto a Valdagno – in generale la sensazione è di miglioramento, ci sono anche belle notizie come, nei giorni scorsi, l’ospite centenaria guarita. Le strutture comunque continuano ad essere prudenti accogliendo con gradualità gli ospiti, ed è giusto: non abbiamo creato carceri ma luoghi sicuri». Volpe ha spedito una lettera alla Regione, chiedendo come Uripa una presa di posizione in relazione alla difficoltà delle Rsa di assumere o anche solo mantenere nelle proprie strutture gli infermieri. «Abbiamo numeri contati, una carenza tremenda – avverte -. Anche per questo, auspichiamo una revisione delle linee guida regionali: deve essere fatto un tampone preventivo a ogni nuovo ospite che arriva da casa o da casa e dall’ospedale. E non possiamo eseguire test sierologici sui visitatori, siamo sottodimensionati».