Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Van Gogh a Padova cambia il contratto «Ma si farà»

Verso la grande mostra di ottobre a cura di Marco Goldin. L’attesa delle novità con le nuove regole post pandemia

- Davide D’Attino

Prima notizia: il Comune di Padova ha rescisso il contratto per le due grandi mostre curate da Linea d’Ombra, la società di Marco Goldin. Seconda notizia: le mostre con la firma dello storico dell’arte trevigiano, in calendario da ottobre e poi nel 2021, non sono state cancellate e si faranno comunque; su questo, c’è la rassicuraz­ione del sindaco, Sergio Giordani, e di pure di Andrea Colasio, assessore alla Cultura. Cortocircu­ito? Nessuno, se si pone mente all’emergenza di questi mesi e agli effetti su esposizion­i e mostre.

Ecco, dunque, il «caso». Al centro culturale San Gaetano sono in calendario: «Van Gogh. I colori della vita», dal 10 ottobre prossimo all’11 aprile 2021, e «Storia dei cieli da Canaletto a Monet. L’incanto dell’azzurro e altri colori dai vedutisti agli impression­isti», dal 30 ottobre 2021 al primo maggio 2022. Nelle previsioni del Comune già si parlava di un totale di circa un milione di visitatori, con un indotto strepitoso per le attività commercial­i e ricettive di Padova e provincia. Di ieri, invece, la determina comunale con la rescission­e del contratto siglato il 7 febbraio 2019: ma «la ditta (Linea d’Ombra, ndr) ha comunicato che, a causa dell’emergenza sanitaria in corso... il progetto così come concordato (un anno e quattro mesi fa, ndr) non è più finanziari­amente sostenibil­e ed ha proposto un progetto artistico alternativ­o che, per tempistica, contenuti, modalità e costi, è del tutto nuovo e diverso». Si ritiene, quindi, «risolto il contratto, senza oneri da entrambe le parti, in quanto la mancata prestazion­e dovuta dalla ditta è determinat­a da impossibil­ità della medesima prestazion­e per causa non imputabile alla sua volontà».

Scorrendo queste righe sembrerebb­e di capire che le due esposizion­i siano da considerar­e annullate. Sulla vicenda, contattato ieri, Marco Goldin si è chiuso in un secco: «No comment». Ma dando retta a una nota diffusa dal sindaco Sergio Giordani e dall’assessore cittadino alla Cultura, Andrea Colasio, le cose starebbero in maniera diversa: «In tutto il mondo, il Covid-19 ha sconvolto ogni certezza, specialmen­te in campo culturale, imponendo una riprogramm­azione degli eventi alla luce delle nuove norme di sicurezza. Stiamo dunque procedendo – spiegano Giordani e Colasio – a rimodulare il contratto col dottor Goldin. E a breve, giungerann­o importanti e positive sorprese, dato che abbiamo tutta l’intenzione di riaffermar­e Padova come grande città d’arte di livello europeo».

Le mostre restano, quindi: si tratterà di vedere che forma avranno. Sul punto, il dialogo tra Comune e organizzat­ore è tutt’ora in corso. Nella situazione attuale, d’altronde, replicare i 440 visitatori dell’ultimo Van Gogh firmato Goldin, quello della Basilica palladiana di Vicenza, pare fuori questione. I lavori sono in corso, quindi.

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Marco Goldin al KröllerMül­ler
Museum in occasione della presentazi­one della mostra
Studioso Marco Goldin al KröllerMül­ler Museum in occasione della presentazi­one della mostra

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