Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Medicina, Zaia sfida il governo
«Ritiri l’impugnazione o qualcuno si farà male». Poi invita gli studenti a iscriversi comunque: «In autunno si parte»
VENEZIA «Non mi frega niente dell’impugnativa, il corso di laurea in Medicina a Treviso si farà. Ragazzi iscrivetevi, il governo faccia marcia indietro o si farà male». Lo sfogo di Zaia.
Gli specializzandi rivendicano il premio coronavirus Il governatore: «Hanno ragione, Lanzarin risolverà il problema». L’assessore: «Per ora non è previsto»
Si accende la polemica sull’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale da parte del governo della legge regionale istitutiva del corso di laurea in Medicina che l’Università di Padova dovrebbe attivare a Treviso dal prossimo anno accademico. La spesa è carico della Regione, che pagherà 1 milione e 570 mila euro all’anno per quinquennio, prevedendo l’impiego di 18 professori associati, 20 docenti a contratto e 2 unità di supporto. Soldi però distratti dal Fondo sanitario, destinato a garantire i Livelli essenziali di assistenza alla popolazione, benché i corsi di laurea rientrino nell’ambito della Pubblica istruzione, materia di competenza statale. Ecco i due motivi alla base dello stop imposto da Roma.
«Ho chiamato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che è disponibile a interessarsi alla vicenda — annuncia il governatore Luca Zaia —. Ho l’impressione che l’impugnativa sia scappata di mano a qualche azzeccagarbugli degli uffici e non sia una scelta politica. Il governo ha tempo fino al 16 giugno per depositarla, quindi faccio appello affinché la ritiri e chiuda una storia incomprensibile. Ho sentito anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: è ridicolo impugnare la nostra legge perché i 7.850.000 euro a quinquennio necessari ad attivare il corso vengono pescati da 9,6 miliardi di budget sanitario regionale. Qualcuno teorizza che sia una sorta di sopruso, ma non è che andiamo a rubare, sono soldi nostri. Da una parte il governo sta pensando di investire 3 miliardi in più nella sanità — aggiunge Zaia — dall’altro impugna per 7,8 milioni. C’è imbarazzo totale, che messaggio arriva ai cittadini? C’è ancora il tempo per invertire la rotta, in ogni caso noi andiamo avanti». Se gli chiedi come, il presidente d’infiamma: «Non mi frega niente dell’impugnativa, gli studenti si iscrivano, perché nell’anno accademico 20202021 il corso di Medicina a Treviso ci sarà. Se il governo deciderà di andare davanti alla Consulta, si troverà davanti l’artiglieria pesante, da un punto di vista tecnico-legale ne faremo di tutti i colori. La vicenda è un proiettile vagante, qualcuno si farà male».
Non si lascia intimorire il sottosegretario all’Interno, Achille Variati: «Formare nuovi medici è utile a tutti e l’emergenza Covid ci ha fatto capire l’importanza di averne di più. Ne parlerò lunedì a Roma con il ministro Boccia e verificheremo per bene le condizioni alla base dell’impugnativa. Quando però si affrontano argomenti con leggi regionali ma su materie condivise con le competenze statali sarebbe bello un dialogo tra istituzioni, ferma la potestà del consiglio regionale di legiferare. Sarebbe utile un confronto preventivo — insiste Variati —. Autonomia non significa solo: faccio quello che voglio; ma anche: mantengo un rapporto di leale collaborazione tra istituzioni. Detto questo, poiché stiamo parlando di un obiettivo importante, da veneto cercherò di vedere se è ancora possibile un dialogo costruttivo con la Regione nel più breve tempo possibile». «Credo che il governo farà un passo indietro — riflette Mario Conte, sindaco di Treviso — bloccare il progetto significa penalizzare tutto il Veneto, che forse dà fastidio».
L’altro tema di «confronto» sono i soldi spesi per l’emergenza coronavirus, di cui si parlerà martedì in Conferenza delle Regioni. «Al Veneto il Covid-19 è costato oltre 200 milioni, più i 35 milioni all’anno per le nuove assunzioni stabilizzate — rivela il presidente —. Cifre che non possiamo ristorare con i 58 milioni frutto di 38mila donazioni di cittadini più solerti del governo. Al quale chiediamo di rifonderle e di finanziare i nuovi investimenti, che per noi si traducono in 100 milioni. Per velocizzare i tempi si potrebbero adottare le procedure seguite per ricostruire il ponte Morandi. E magari Roma potrebbe concedercele pure per il nuovo ospedale di Padova, che così sorgerebbe prima».
Infine il nodo del mancato premio agli specializzandi. «L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin sta risolvendo il problema — assicura Zaia —. Gli specializzandi sono medici a tutti gli effetti e hanno svolto un lavoro strepitoso». Lanzarin è più cauta: «Ho rassicurato l’Ordine dei Medici sull’impegno a permettere l’accesso degli specializzandi alle mense ospedaliere, ma del premio dobbiamo parlare. Oggi non è previsto».
Luca Zaia
Me ne frego se il governo ha impugnato la legge istitutiva solo perché distraiamo 7,8 milioni dai 9,6 miliardi del fondo sanitario. Noi andiamo avanti, il corso si farà. Il governo ritiri le carte o si farà male
” Achille Variati Lunedì parlerò con il ministro Boccia per capire se sia ancora possibile un dialogo con la Regione. Però prima di legiferare su materie di competenza condivisa, sarebbe utile un confronto tra istituzioni