Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Annegato, gli amici volevano fermarlo
Mattia, 13 anni, ha invitato i compagni a tuffarsi prima di buttarsi e sparire nell’acqua
CORNEDO Aveva proposto agli amici di andare lungo le sponde del torrente Agno perché voleva tuffarcisi. Lì, «nella buca». Saltando dal piccolo spiazzo. Mattia Storti, 13 anni, lo aveva già fatto e venerdì pomeriggio era intenzionato a rifarlo. Aveva mostrato il video della sua impresa ai compagni. Gli amichetti avrebbero raccontato ai carabinieri dei tentativi vani di fargli cambiare idea perché il torrente era ingrossato. Ma Mattia si è tuffato ed è morto.
CORNEDO Aveva proposto agli amici di andare lungo le sponde del torrente Agno perché voleva tuffarsi. Lì, «nella buca». Saltando dal piccolo spiazzo in cemento nella briglia, in quelle traverse create ad hoc che sembrano dei terrazzamenti. Mattia Storti, 13 anni di Cornedo Vicentino, lo aveva già fatto due, tre giorni prima e venerdì pomeriggio era intenzionato a rifarlo. Aveva mostrato il video della sua impresa ai compagni di 11, 12 e 13 anni: lo stesso filmato pubblicato solo giovedì sulle storie del suo profilo Instagram, dal titolo «Il volo». Gli amichetti avrebbero raccontato ai carabinieri dei tentativi vani di fargli cambiare idea: il fiume si era ingrossato per le abbondanti piogge del giorno prima, era troppo rischioso. Ma evidentemente il brivido del proibito era troppo forte per il ragazzino. I compagni lo hanno visto entrare in acqua e riemergere subito dopo. Ma non è rimasto in superficie, è finito di nuovo sotto. E per lungo tempo. Tanto che gli amici sono corsi a chiedere aiuto agli adulti di passaggio lungo la vicina pista ciclabile di via Cozza, tra i territori di Cereda di Cornedo e Brogliano. Quando il corpo è riemerso, incagliato su una roccia al centro del fiume, un centinaio di metri più a valle rispetto a dove il ragazzino si era tuffato, non dava più segni di vita. E a nulla è valso il tentativo disperato dei vigili del fuoco e del medico del Suem di salvargli la vita: per quasi un’ora gli operatori del distaccamento di Arzignano che hanno recuperato lo studente di seconda media dal torrente si sono alternati strenuamente con il personale del Suem 118 per praticargli il massaggio cardiaco. Tutto inutile.
Storti, stando agli accertamenti medici fatti poi avere alla procura, è morto annegato. Nessun colpo in testa come si era ipotizzato in un primo momento per quella ferita evidenziata. Solo un drammatico incidente, una bravata, una sfida finita in tragedia per quell’adolescente dagli occhi azzurri. Che in uno scambio di messaggi via social, a chi gli aveva chiesto se aveva «paura di volare» aveva risposto «Se intendi volare giù per le cascate no» con tanto di faccina sorridente.
Una tragedia per la famiglia - Mattia era figlio unico - per amici e insegnanti. A ricordarlo come un ragazzino «educato e rispettoso», un «piccolo calciatore di talento» e «un leader» il Football club Arzignano Valchiampo in cui giocava. Società sportiva che ieri ha listato a lutto la propria pagina Facebook con il messaggio «Per sempre con noi, ciao Matteo». Ad esprimere le condoglianze alla famiglia del giovane calciatore, sulla pagina Facebook e sul proprio sito internet, anche il Vicenza.
Ed intanto i sindaci del territorio pensano a come evitare che possa riaccadere, a come impedire ad altri giovani di usare quel pericoloso corso d’acqua come una piscina: «Con il torrente in piena era da evitare in modo tassativo commenta il sindaco di Brogliano, Dario Tovo, che venerdì pomeriggio era lungo l’Agno - non dovrà più ripetersi, valuterò cosa poter fare con i miei colleghi sindaci visto che la pista ciclabile parte da Valdagno e arriva fino a Trissino».