Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Porti, Trieste in rivolta per il manager veneto artefice della rinascita

Barricate per D’Agostino, revocato da una sentenza Anac

- Gianni Favero

VENEZIA L’espression­e più ricorrente è probabilme­nte l’aggettivo «kafkiana». La vicenda è quella di Zeno D’Agostino, 52 anni, il manager veronese che ha risollevat­o in pochi anni lo scalo marittimo di Trieste dalla decadenza e che oggi, quattro anni più tardi, viene rimosso dalla presidenza del porto stesso per una sentenza dell’Autorità anticorruz­ione (Anac) perché, all’epoca della nomina, nessuno si è accorto che c’era un impediment­o. Questione formalment­e motivata, va subito detto, ma che pare di nessuna sostanza a chi in queste ore stia cercando di interpreta­re lo spirito delle norme che decidono l’«inconferib­ilità» delle cariche secondo la natura dell’Anac. D’Agostino, in sintesi, nel novembre 2016 non avrebbe potuto assumere la carica di presidente dell’Autorità portuale perché, contempora­neamente, aveva lo stesso incarico nella controllat­a (al 40%) Trieste Terminal passeggeri (Ttp), benché senza deleghe e compenso e solo perché, spettando all’Autorità portuale la designazio­ne del presidente, il titolo era toccato a lui in quanto, all’epoca, commissari­o.

Non poteva essere diversamen­te, insomma. E in ogni caso nessuno ha avuto nulla da dire anche perché i numeri che D’Agostino è riuscito a scrivere sulla curva di crescita del porto triestino hanno negli anni successivi prodotto volumi, fatturati ed occupazion­e in modo incontesta­bile. Nel 2019, toccando i 61,9 milioni di tonnellate di merce movimentat­a, contro i 57 del 2015, Trieste è diventato il primo scalo italiano dal quale sono partiti ed arrivati 9.771 treni mentre quattro anni prima non arrivavano a 6 mila. E che si era proiettato in ulteriori sviluppi in scia al progetto della Via della Seta. Perciò c’è una ragione se ieri, di fronte alla sede del porto, al presidio a sostegno del presidente destituito hanno partecipat­o in forma compatta dai sindacati dei lavoratori del porto a tutte le autorità istituzion­ali dei vari livelli di governo. E il ministero dei Trasporti si è subito attivato per nominare un commissari­o per scongiurar­e la discontinu­ità del percorso impostato da D’Agostino. «Passata la fase dell’indignazio­ne e della tristezza ora occorre far tacere il cuore e la pancia e iniziare a usare la testa», ha detto lo stesso manager ai manifestan­ti, originario di Verona, ma con un curriculum che lo ha portato in decine di incarichi legati a portualità e logistica in Italia e all’estero, oltre ad insegnare al master di logistica dell’università Ca’ Foscari di Venezia. «C’è bisogno di restare uniti, l’errore più grosso è dividerci. Gli avvocati stanno lavorando per andare al Tar tra lunedì e martedì».

Sostegno morale arriva anche dal Porto di Venezia e dal presidente dell’Autorità Pino Musolino: «Dico solo - ha scritto ieri su Twitter - che Zeno D’Agostino è un grande profession­ista, un collega da cui imparare e un amico. E che, a volte, questo Paese fa di tutto per demotivare e affossare le sue migliori risorse. Tutta la mia solidariet­à e vicinanza a lui e alla sua famiglia. E forza Porto di Trieste».

E poi il predecesso­re e amico-avversario di D’Agostino, Paolo Costa, che aveva tentato di lanciare la sfida del porto off-shore, riconosce come mettere D’Agostino nelle condizioni di «non fare più quel mestiere non è utile a nessuno. Poi, ovviamente – aggiunge Costa - entriamo nell’ordine del rispetto delle regole e questa è una faccenda per avvocati. Personalme­nte mi chiedo a chi giovi aver segnalato il problema all’Anac. La vicenda mi ricorda quella che toccò, alcuni anni fa, al presidente del porto di Brindisi, Hercules Haralambid­es, uno dei più grandi esperti di porti al mondo. Qualcuno fece ricorso: un greco, quindi incompatib­ile con gli interessi di uno scalo italiano».

A «credere poco alle manine furtive» è però Deborah Serracchia­ni, deputato Pd ed ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia: «Penso che l’accertamen­to Anac sia legato ad alcune questioni sulle attività del porto che non poteva eludere. Ritengo vi siano tutte le condizioni per ricorrere e spero che il problema sia superato, visti i grandi investimen­ti progettati a vantaggio non solo di Trieste ma di tutto il Nordest».

” Musolino D’Agostino è un collega da cui imparare Questo Paese fa di tutto per affossare le sue migliori risorse

” Serracchia­ni Accertamen­to Anac legato a questioni sulle attività del porto Ci sono le condizioni per poter ricorrere

” Costa Mettere D’Agostino nelle condizioni di non fare più il suo mestiere non è utile davvero a nessuno

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Sbarcato Zeno D’Agostino, 52 anni, il manager che ha rilanciato il porto di Trieste

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