Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Wanbao Acc apre la gestione anche agli operai
«Accordo storico»: nel Comitato 3 rappresentanti dei lavoratori
BELLUNO Accordo a suo modo storico alla Wanbao Acc di Borgo Valbelluna: gli operai parteciperanno alla gestione dell’azienda designando 3 rappresentanti nel Comitato industriale di consultazione.
BORGO VALBELLUNA Rinasce, ormai ciclicamente, dalle proprie ceneri, come la Fenice. E, stavolta, lo fa con un modello partecipativo apripista in Italia, che si fonda sulla co-decisione dei lavoratori. L’azienda è la Wanbao Acc Italia di Borgo Valbelluna (Belluno), ex fabbrica fordista della Zanussi, ex Acc con rilievo continentale nella produzione di compressori per frigoriferi e ormai anche ex Wanbao.
L’ultimo proprietario, il colosso cinese guidato dalla municipalità di Guangzhou, l’ha abbandonata al proprio destino. È finita in amministrazione straordinaria ed è stata a un passo dalla chiusura definitiva. A gennaio, una cordata di fornitori strategici prometteva di tagliare la corda. I maggiori clienti, tutti colossi del «bianco», manifestavano i propri dubbi sulla sopravvivenza dell’azienda. Ma da quando il Mise ha nominato Maurizio Castro commissario straordinario, la sorte della fabbrica di compressori, 300 dipendenti, sembra meno drammatica. «L’azienda tiene e i volumi crescono – afferma Castro - e anche la nostra credibilità di mercato aumenta. Siamo un po’ fragili quanto a catena di fornitura, ma ci stiamo lavorando».
L’impresa, da Borgo Valbelluna, lancia la sua sfida ai giganti di comparto, Jiaxipera e Nidec. Assumerà 18 lavoratori entro luglio. Si inventa un nuovo compressore, a velocità variabile: è più tecnologico e assicurerà più redditività. Sarà venduto già nel 2021.
C’era un’attesa quasi messianica per Castro, nel territorio. Il fatto è che aveva già salvato l’Acc cinque anni fa, mettendone a posto le finanze e poi vendendola in un’asta internazionale proprio ai cinesi. Ora è tornato, ma la scena è diversa. Non ci tiene a fare la parte dell’eroe solitario. Il salvataggio è corale. Per questo motivo, con la firma di ieri in municipio sul relativo accordo, è stato istituito il «Comitato industriale di consultazione permanente», che sarà costituito dal commissario stesso, da due rappresentanti da lui designati fra i dirigenti e consulenti dell’azienda, e da tre membri indicati dai sindacati territoriali e dalle Rsu. Si riuniranno ogni 15 giorni per discutere di strategie, volumi produttivi, prezzi, costi, qualità, organici e di altri aspetti gestionali.
«Come un consiglio di amministrazione con all’interno i rappresentanti dei lavoratori», afferma Michele Ferraro della Uilm. In realtà, un po’ meno: l’ultima parola spetta sempre al commissario. «Ma è chiaro – chiarisce Castro – che se dicessi di no per tre volte, il comitato avrebbe vita breve. Non è il mio obiettivo. L’idea è quella di innestare nel processo decisionale i saperi operai, per definire provvedimenti più coerenti».
Secondo l’assessore veneto al Lavoro, Elena Donazzan, «è un accordo storico, frutto di un gioco di squadra, che ci consente di cercare nuova finanza per l’azienda». In effetti, ieri in municipio erano presenti i rappresentanti del territorio – dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà alla Regione, dal presidente della Provincia Roberto Padrin al sindaco di Borgo Valbelluna, dai sindacati alle Rsu – tutti riuniti nel «Consiglio di sorveglianza socio istituzionale di Acc – Wanbao».
Un’esperienza simile in Italia è stata conosciuta solo una volta, nel 1996. Fu lo stesso Castro, allora direttore delle risorse umane del gruppo Electrolux, a inventarsi una commissione analoga, con i sindacati all’interno. «Ma operava a livello di gruppo, per le decisioni strategiche. Il comitato di Wanbao Acc, invece, riguarda anche la gestione quotidiana».