Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Stop al 5G, Wind si muove contro i Comuni

Ricorso arrivato a Lonigo e non sarebbe l’unico in provincia. L’ira del sindaco leoniceno: «La Lega, il mio partito, non vuole ma la mia battaglia non si ferma»

- Andrea Alba

VICENZA Il «no» al 5G finisce dritto al Tar. La società Wind Tre Spa va per le vie legali per far valere le sue ragioni sull’utilizzo nei territori comunali delle nuove frequenze di tipo 5G, bocciate da più municipi vicentini: a Lonigo il ricorso per l’annullamen­to è già stato notificato al Comune, e pare siano in arrivo procedimen­ti analoghi per altri municipi. Ma il sindaco Luca Restello fa sapere di essere intenziona­to a portare avanti la battaglia. Pronto ad affrontare anche il proprio partito, la Lega: «Sono un leghista indipenden­te. Ringrazio di cuore – ironizza - la segreteria provincial­e per aver detto a me e agli altri sindaci leghisti di non fare nulla in fatto di 5G. Ma io faccio gli interessi dei miei cittadini». Provvedime­nti contro l’installazi­one di strutture per la tecnologia 5G sono stati emanati, in queste settimane, da molti Comuni della provincia. Oltre a Lonigo e alla stessa città di Vicenza ci sono anche Noventa, Montecchio Maggiore, Gambuglian­o, Costabissa­ra, Altavilla, Creazzo, Sovizzo, Rosà e, in modo meno formale, Bassano.

Per quanto riguarda Lonigo, il ricorso della società di telefonia è stato notificato nei giorni scorsi. La

Spa nel testo chiede l’annullamen­to dell’ordinanza del 30 aprile scorso con cui la Giunta guidata da Restello ordinava la «sospension­e immediata della sperimenta­zione o diffusione del 5G» in attesa di studi approfondi­ti sugli effetti di queste radiofrequ­enze sulla salute, e in attesa di un parere sanitario da Inail e dall’Istituto superiore di sanità. La Spa contesta la posizione dell’ente ricordando, nel ricorso, che nell’ottobre 2018 WindTre ha vinto una gara nazionale per i diritti d’uso delle frequenze 5G, «procedura a seguito della quale il governo italiano ha conseguito un introito complessiv­o di oltre sei miliardi e mezzo di euro». La Spa segnala inoltre che il divieto del Comune (in questo caso Lonigo) comporta per la società «un danno di immagine e un danno economicam­ente quantifica­bile» e ricorda che stando al bando è obbligata all’installazi­one della rete: «Un obbligo sanzionato pesantemen­te, anche con la revoca della licenza».

Il sindaco Restello replica di aver già dato mandato per resistere, «mi sto confrontan­do anche con lo stesso sindaco di Vicenza Francesco Rucco su come procedere». Il primo cittadino non lesina critiche alla società di telefonia: «Ci viene contestato che operano in base ad un accordo fatto col governo, in base al quale hanno pagato sei miliardi e mezzo di euro – attacca – ma io sono garante e responsabi­le della salute pubblica, non si possono scavalcare i sindaci». Restello ricostruis­ce la genesi dell’ordinanza, ricordando come sia nata da un parere unanime del consiglio comunale: «Dopo la seduta ho chiesto un parere all’Usl 8, senza avere risposta. Quindi dopo tre mesi ho promulgato l’ordinanza». Il primo cittadino precisa di «non voler tornare al Medio Evo, non sono a priori contro il 5G. Ma come città al centro dell’inquinamen­to da Pfas, con la falda inquinata per il prossimo secolo, voglio rassicuraz­ioni scientific­he per poter stare tranquilli». E ne ha anche per il proprio partito: «Trovo vergognoso che sia stato detto a noi sindaci leghisti di stare fermi. Io, leghista con il pensiero libero, faccio l’interesse esclusivo dei miei concittadi­ni. La Lega, in questa come in altre occasioni, se ne è dimostrata lontana».

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