Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Chili di marijuana per studenti in un’agenda tutte le vendite

Era del «boss» della banda sgominata dalla Finanza. Numerose intercetta­zioni

- Benedetta Centin

VICENZA «Preparami metà macchina se puoi», «Hai un’altra macchina pronta?», «Una macchina mi serve ancora». Telefonate, queste intercetta­te dalla guardia di finanza, che non erano altro che richieste di fornitura di marijuana. Dove l’auto era appunto la droga e metà significav­a mezzo chilo, una macchina un chilo intero. Messaggi in codice ancora più eloquenti quando lo spacciator­e di turno passava al magazzino, e cioè il garage della casa di Altavilla Vicentina di Ivan Tasic, 42enne serbo. Lì c’era un via vai continuo di auto: tutti a caricare in brevissimo tempo lo stupefacen­te in grandi quantità da rivendere. E sacchi e zaini vuoti tornavano gonfi di droga in pochissimo. Un traffico, questo, documentat­o dalla guardia di finanza di Vicenza che per mesi è stata impegnata in un’importante operazione antidroga che tre giorni fa ha portato all’arresto di dieci persone, sette in carcere e tre ai domiciliar­i. Serbi e anche italiani accusati di aver gestito un ingente traffico all’ingrosso di fiumi di stupefacen­te trasportat­i dalla Spagna all’Italia via tir. Carichi di settanta chili a volta, ogni tre settimane. Con gli scatoloni nascosti nel gavone sottostant­e il rimorchio, scaricati poco fuori dal casello di Montecchio Maggiore, in zona industrial­e. Per l’accusa, anche in base a quanto emerso dalle intercetta­zioni telefonich­e e ambientali, da pedinament­i e osservazio­ni dei finanzieri, era Tasic a tenere le fila dell’attività illecita da un milione di euro di valore. Anche con la complicità della compagna e convivente, la romena Andreea Vasilica Neaga, 31 anni, arrestata a sua volta in esecuzione della misura disposta.

Per l’accusa era lui che aveva contatti con la Spagna, lui che aveva trasformat­o il garage di casa in magazzino. E infatti a dicembre scorso era stato arrestato, trovato con quasi dieci chili di marijuana. In quell’occasione gli investigat­ori avevano sequestrat­o pure una sua agendina, in cui annotava cessioni e acquisti droga. Ora è stato riarrestat­o e portato in carcere. Anche se la guardia di finanza, a fine anno scorso, lo aveva costretto a fermarsi, c’era stato comunque chi aveva proseguito nel business illegale, facendo arrivare dalla Spagna i grandi quantitati­vi di marijuana di alta qualità. Stando alla ricostruzi­one tra questi c’era anche l’italiano Nicolas Ippino, 23enne di Caldogno, già con precedenti specifici. Per i detective della finanza era uno dei sodali di massima fiducia di Tasic, che gestiva anche le comunicazi­oni con i clienti e quindi le varie richieste di fornitura di droga, che doveva essere pagata in anticipo. A quanto pare la droga veniva rivenduta ai vari anelli della catena dello spaccio con ogni volta un aumento di prezzo, tanto che veniva comprata a

4mila euro al chilo e finiva per essere ceduta a dose, a 8-10 euro al grammo, a «gente di

20-25 anni, tutti universita­ri e ragazzini» come emerge dalle telefonate intercetta­te. Un business da oltre un quintale di droga tra ottobre 2019 e giugno 2020, per un giro di affari stimato in circa un milione di euro.

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Scambio Uno dei passaggi di droga visti dalla Finanza

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