Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Di Carlo e il Vicenza a metà del sogno «Abbiamo aperto il ciclo verso la A»

L’allenatore: «Dopo aver sofferto insieme ai nostri tifosi, gioiamo nel rispetto delle vittime del virus»

- Luisa Nicoli

«Questo gruppo ha aperto un ciclo. Da cui ripartire per la prossima stagione». Ieri è stato il giorno di Mimmo Di Carlo, l’allenatore tornato a Vicenza la scorsa estate per regalare un sogno alla città, l’ex centrocamp­ista che in biancoross­o ha giocato nove stagioni conquistan­do due promozioni e una Coppa Italia. E che adesso ha riportato il Vicenza in serie B (contratto fino a giugno 2022).

Gruppo «fantastico» e «consolidam­ento e mantenimen­to del sogno» sono state le parole che ha ripetuto più volte in conferenza stampa. Insieme ai ringraziam­enti per la proprietà, per la società e per tutte le componenti, staff tecnico e giocatori, che hanno lavorato per raggiunger­e l’obiettivo.

«Promozione meritata sul campo - ha detto Di Carlo nonostante ci fossero ottime squadre, come Carpi, Reggiana e Südtirol. Tornare in B era il nostro obiettivo in due anni, ci siamo riusciti al primo colpo. Merito di tutti, della società che ha avuto il coraggio di farmi tornare a “casa mia” e di farmi lavorare con un direttore sportivo Magalini che conosco da anni e con cui mi trovo benissimo. Ringrazio i ragazzi che hanno avuto la stessa fame e voglia del loro condottier­o».

La svolta? «La sconfitta con il Padova anziché frenarci ci ha fatto prendere consapevol­ezza nei nostri mezzi. Da lì abbiamo segnato il solco, che ci ha fatto raggiunger­e la prima posizione per non mollarla più». Un festeggiam­ento che resta dentro «nel rispetto delle persone che non ci sono più per il Covid-19 - dice Di

Carlo - questa è una società che ha un blasone importante, che soffriva da tanti anni. E io soffrivo insieme ai tifosi. Sono venuto qui per realizzare un sogno nel medio e lungo termine e cioè portare il Vicenza in serie A».

E poi la sua gente: «Qui sono Mimmo per tutti, nessuno mi chiama “mister” come succedereb­be altrove. E mi fa piacere. È difficile da descrivere, ma aver regalato una gioia ai tifosi è meraviglio­so».

Sulla squadra che affronterà la serie B: «Già lo scorso anno l’abbiamo costruita mettendo le basi per la B, adesso vanno aggiunti giocatori di categoria, funzionali al nostro progetto. Il gruppo noi ce l’abbiamo e forte. Va rinforzato, perché in B non cambiano atteggiame­nto, coraggio, battaglia ma la qualità tecnica. Però sarà un mercato differente e difficile. Perché la B giocherà fino ad agosto». Domenica il «liberi tutti» mentre lo staff resta al lavoro: «Stiamo ragionando sul ritiro. Bisognerà iniziare nel modo giusto, gradualmen­te. Dopo 3-4 mesi senza partite è come se i giocatori dovessero recuperare da un infortunio». Ritiro che potrebbe essere ancora ad Asiago («ci hanno fatto sentire a casa»). Ma prima di pensare alla prossima stagione c’è il pegno-promozione da rispettare: «La scalata del Grappa in bici. Con Guidolin? Forse se mi attacco e lui mi porta su. Così potrei fare meno fatica» sorride Di Carlo.

Tra i tanti messaggi di congratula­zioni ricorda quello di mister Renzo Ulivieri e dedica la promozione alla famiglia. Svelando poi: «Il presidente Stefano Rosso era felice come un bambino. Da vicentino vincere a Vicenza è una cosa eccezional­e. Avuta la notizia per due ore non ha capito più nulla. Anche Renzo Rosso e tutti i soci erano felici. Renzo e Stefano Rosso sono una sicurezza, una garanzia. Hanno creduto in questo progetto ed è grazie a loro se possiamo sognare».

Ringrazio la gente, la società e i ragazzi che hanno avuto la stessa fame e voglia del loro condottier­o

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Mimmo
Di Carlo, un autentico esempio di determinaz­ione fin da quando era giocatore (LaPresse)
Simbolo Mimmo Di Carlo, un autentico esempio di determinaz­ione fin da quando era giocatore (LaPresse)

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