Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cartoncini, piccoli doni e auguri tifo e speranza al cancello di Alex
Noventa trepidante per Zanardi: «Tutti con te. Riporta qui il tuo bel sorriso»
NOVENTA PADOVANA «Stanotte non ho dormito. Ogni mezz’ora tornavo alla tele, per l’aggiornamento sulle condizioni di salute... Neanche mia figlia ha dormito. Ha sei anni ma Alex è un mito anche per lei...». Adesso Katia è qui, di fronte a un cancello senza nome. Il viso affilato racconta la familiarità con lo sport di fatica. Chiede una penna e spera, come tanti, come tutti, che oltre la siepe di casa Zanardi non cali il buio. «Corro, sì. Sono insegnante di educazione fisica alla media don Milani, di Vigonza. Inseguo Alex Zanardi da un anno, sperando possa partecipare a un incontro coi miei ragazzi. Per quelli di terza è un “caso” di studio. Abbiamo visto i suoi video, anche dell’indicente. Si sono appassionati e per loro è davvero un esempio». Di cosa? Risposta netta: «Di passione per la vita». Katia Vergnano ha scritto il messaggio; la buca delle lettere è qualche metro in là: «Caro Alex, ritorna tra noi. Abbiamo bisogno di te...».
Il campione dei due mondi, Formula Uno e gare americane prima, disabilità e sport ai massimi livelli poi, non vive in una casa appariscente. L’abitazione di Noventa Padovana, paese della moglie, Daniela, pare assomigliare proprio a lei. «É molto gentile, molto riservata», ripetono i noventani. Casa Zanardi, comunque sia, da ieri è meta di un pellegrinaggio silenzioso, che si racconta con piccoli gesti. La notizia dell’incidente sulla strada tra Pienza e San Quirico d’Orcia, del campione gravissimo dopo lo scontro con un camioncino, del delicato intervento alla testa, del filo di speranza che spunta dai comunicati dei medici del Policlinico le Scotte di Siena, ha colpito moltissimi. Ai piedi del «solito» cancello, un piccolo delfino di peluche accompagna un cuore di cartone: «Forza Alex, ce la farai. Sei forte». Altro cartoncino con cuore, stellona e «Tanti baci e abbracci da India». Ancora un «Forza Alex», stavolta con la firma di Agata.
La vita di Zanardi, con Daniela e il figlio, Niccolò, ha, da sempre, due punti cardinali: la Maremma e, appunto, la calma di Noventa. Il paese si affaccia su via Roma. Strada lunga, dritta, asfaltata di fresco, pare fatta su misura per le ruote di un ciclista o per l’handbike di un campione paralimpico. Mario, patio di un bar del centro, cappuccino e cornetto della tarda mattinata: «É un cittadino del mondo, sempre in giro. Qui c’è poco ma quando c’è porta sempre in giro quel suo sorriso. L’altro giorno era qui, è partito con la sua carrozzina e quel suo sorriso come un razzo. Pareva ancora in Formula Uno...». Quel sorriso «che non so» torna dappertutto. Di sicuro appartiene a Zanardi ma forse anche all’Emilia, dov’è nato la prima volta, nell’anno dei mondiali, quelli del ‘66. Poi, nel 2001, lo schianto all’uscita dai box del circuito di Lausitzring, Brandeburgo, Germania, il cuore che si ferma sette volte, le gambe amputate, la seconda vita... «Se è a casa racconta Pasquale Liantonio viene a fare colazione qui, due, anche tre volte a settimana. Prima di partire mi fa: “Ho organizzato questo giro in tre gruppi e ci troviamo tutti a Firenze. Ci vediamo quando torno...”. Ecco, io credo che ne venga fuori. Spero che gli arrivi il mio saluto, questo spero». La foto di Alex coi dipendenti del locale di Liantonio, e Pasquale che fa: «Uno scatto con me? No, quando c’è un certo rapporto niente foto in posa». Altra foto: Zanardi intervistato da una tivù tedesca, ai tavolini del caffè. Coi clienti com’era? «Alex è uno che sta bene con tutti, non se la tira». Vittorino e Andrea interrompono la chiacchierata tra amici per confermare: «A tutti, qui, spiace per quello che è successo». Alla cartoleria di fronte al mucicipio, Luca ricorda papà Zanardi che compera le figurine dei Pokemon per Niccolò: «Adesso, però, avrà vent’anni. Viene per la ricarica del telefono, ogni tanto». Di tanto in tanto, Zanardi padre passava dal municipio a salutare Daniela Giacomini. Dipendente del Comune, è scomparsa tre anni fa: era la sua «super tifosa». In municipio altre due foto del Zanardi vittorioso, e il ricordo del sindaco, Alessandro Bisato, di «quando Alex inaugurò la nuova piazza». In tutte ritorna lo stesso sorriso emiliano. Ritorna, Alex.