Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Spiagge sold out, hotel a corto di personale «Lavorano solo in nero»
La denuncia di Michielli: «Vogliono tutti lavorare in nero per non perdere gli aiuti di Stato»
VENEZIA Da Jesolo a Bibione, è un Ferragosto da tutto esaurito nelle spiagge venete. Ma le categorie frenano gli entusiasmi: «Presto per fare bilanci». Intanto Confturismo lancia l’allarme personale. «Negli alberghi e nei ristoranti abbiamo richieste in massa di lavorare in nero – denuncia il presidente Michielli – chi prende un sussidio non vuole perderlo».
VENEZIA Un last minute a Bibione o a Cavallino Treporti? Meglio cercare altrove, o sperare che qualcuno disdica: le due località balneari del Veneto orientale per Ferragosto hanno fatto il tutto esaurito e da giorni i siti di prenotazioni online consigliano di cercare altre date perché «sul nostro portale non ci sono strutture disponibili», come informa Booking. Non che sia facile trovare dove dormire nelle altre cittadine di mare. A Sottomarina (Chioggia) stanze e appartamenti sono prenotati al 99 per cento, al 98 a Rosolina Mare (Rovigo). Jesolo città è invece sold out, ma in località Lido e Pineta le prenotazioni arrivano al 92 per cento. Scendono di poco, all’87 per cento, le isole veneziane Lido e Pellestrina. «Se penso che fino a poco fa non sapevamo nemmeno se la stagione partisse, oggi non facciamo i salti di gioia ma questi numeri fanno ben sperare anche per settembre», dice il sindaco di San Michele al Tagliamento e presidente dei sindaci del litorale veneto Pasqualino Codognotto. Boom di presenze anche per il lago di Garda nel Veronese (al primo posto Lazise
con un eccellente 97 per cento, seguito dal 96 di Peschiera e dal 94 di Bardolino) e per la montagna (Auronzo di Cadore e Asiago al 97 per cento, oscilla tra l’86 e il 94 Cortina d’Ampezzo, a seconda dei portali e se si cerca un appartamento o una stanza d’hotel).
«Crisi superata», direbbero in molti. Ma le associazioni degli albergatori frenano gli entusiasmi: «Ferragosto per chi lavora con il turismo è come Capodanno per i ristoratori: sarebbe grave non ci fossero queste percentuali», dice Marco Michielli, presidente Confturismo del Veneto. Dopo un maggio e un giugno da lacrime e sangue - «a incassi zero», sottolinea – e un luglio con un fatturato al 30 per cento dell’estate 2019, il mese d’agosto fa tirare una boccata d’ossigeno alla filiera che oggi, dopo non aver assunto stagionali (con il blocco di Schengen per l’emergenza sanitaria e i dubbi sulla stagione nessuno ha rischiato), sta cercando di correre ai ripari con assunzioni dell’ultima ora. Ma, per quanto i dati della disoccupazione in Veneto siano alle stelle (26mila i posti persi nel turismo per colpa del virus, secondo i dati di Veneto Lavoro), di code per un lavoro che faccia portare a casa anche un solo vero stipendio non se ne vede nemmeno l’ombra. «Abbiamo tutti un’enorme difficoltà a trovare personale – dice Michielli – è un problema degli ultimi cinque o sei anni, peggiorato dall’emergenza. Va aperta una seria riflessione sul costo del lavoro e, pure, sui sussidi». Le scorse estati molti giovani preferivano spostarsi in Germania o Regno Unito dove le paghe per tre mesi di lavoro sono più alte di almeno 700 euro al mese («più di 2.200 contro i 1.500 di qui, eppure i datori di lavoro pagano come me 3.200 tra tasse e stipendio»). A complicare le cose, oggi, il bonus di 600 euro, il reddito di cittadinanza e altre forme di ammortizzatori sociali messi in campo durante il lockdown: «Abbiamo richieste in massa di lavorare in nero – denuncia il presidente – chi prende dallo Stato un sussidio non vuole perderlo e preferisce lavorare senza contratto, ma qui in Veneto il nero non si fa». E così la filiera fatica a gestire l’unico mese del
2020 in cui si torna a guadagnare, se si escludono le città d’arte. «Chi opera al lago, al mare e in montagna chiuderà l’estate con il 50 per cento di incassi rispetto al 2019, per città come Venezia o Verona sarà un tragedia», conclude.
Sui portali più usati per le prenotazioni nella città di San Marco, ieri, c’erano ancora
1.150 strutture con stanze disponibili per oggi e domani, a Verona 587: numeri mai visti in agosto. Per non parlare dei prezzi, la metà di un’estate normale (ci sono 5 stelle con stanze «luxury» a poco più di
200 euro). «Chi ha b&b o alloggi turistici in città fatica e svende i posti letto – ammette Ondina Giacomin, presidente veneto di Abbav, l’associazione dell’extra-alberghiero – al mare, montagna e lago si lavora invece, specie le piccole realtà, a gestione familiare: senza spese per il personale, loro stanno rifacendosi dei mesi persi». È così anche a Cortina: «Le grandi strutture soffrono e sono occupate al
50-60 per cento contro il 90 delle piccole, mancano clienti stranieri e con capacità di spesa maggiore – spiega la presidente degli albergatori Roberta Lorenzi Alverà – Viste le premesse e visto come soffrono le città d’arte, siamo contenti, tamponiamo questi mesi difficili e speriamo che settembre continui così».
Michielli Ferragosto per noi è come Capodanno per i ristoratori