Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Barbisan e Montagnoli «Solidarietà dai militanti»
VENEZIA Passo indietro non solo del vice governatore ma anche dei due consiglieri regionali Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli «ci sacrifichiamo per il bene del partito, grazie alla solidarietà di militanti e semplici cittadini».
Lettere aperte, post,
VENEZIA persino l’appassionata difesa del commercialista chiamato in causa. Riccardo Barbisan (da non confondere con l’altro Barbisan, Fabio, altro consigliere regionale leghista subissato dagli insulti sui social) e Alessandro Montagnoli, gli altri due consiglieri travolti dallo scandalo sui bonus di 600 euro fanno un passo indietro. «Con grande serenità ho deciso di rinunciare alla candidatura al Consiglio Regionale, - scrive per primo ieri mattina Barbisan - per porre fine alle vergognose strumentalizzazioni e illazioni che in queste ore imperversano sui medi e coinvolgono ingiustamente la mia famiglia». Anche nelle parole di Barbisan riecheggia quel «camminare a testa alta» usato da Forcolin. «Neppure un euro di quelli che mi sono giunti dall’Inps sono rimasti nelle mie tasche, ma sono stati riversati già nel mese di maggio al Comune di Treviso per l’emergenza Covid-19 ed a una Pro Loco per una colletta alimentare» ribadisce Barbisan. Anche lui parla di «fango nei miei confronti» ma anche delle «centinaia di telefonate di solidarietà di militanti e semplici cittadini». Ultima in ordine di tempo arriva anche la dichiarazione di Montagnoli: «Ho parlato stamattina con il presidente Zaia e la scelta di fare un passo indietro è stata condivisa per il bene del movimento». Il leit motiv è sempre lo stesso: ci sacrifichiamo, innocenti, per il bene del partito. Ma l’assalto non si ferma. Il candidato governatore 5s Enrico Cappelletti attacca: «la fantomatica ‘pro loco’ di Canizzano non è altro che un’associazione vicina alla Lega, Barbisan ha usato soldi pubblici per finanziarsi la campagna elettorale».