Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Antonvenet­a, la causa sulla scalata 2007 può costare 3 miliardi a Montepasch­i

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PADOVA Monte dei Paschi, tredici anni dopo arriva la resa dei conti sull’acquisizio­ne di Antonvenet­a. Che rischia di pesare per 3 miliardi di euro. Torna a farsi fosca la prospettiv­a per la banca senese. E in ballo non ci sono solo le conseguenz­e della pandemia da coronaviru­s, con il risultato di un bilancio del primo semestre in perdita per 1,1 miliardi e uno scenario che vede la banca tornare in utile solo nel 2023. A pesare come un macigno è anche la prospettiv­a di una conclusion­e negativa per la causa intentata da Fondazione Montepasch­i sull’acquisizio­ne di Antonvenet­a, la banca padovana acquisita nel 2007 dal Santander, dopo lo «spezzatino» sull’olandese Abn Amro che la controllav­a.

E nel bilancio semestrale approvato ieri, Mps giudica «a rischio di soccombenz­a probabile» per 3,6 miliardi di euro la richiesta di risarcimen­to di 3,8 miliardi avanzata dalla Fondazione Mps, e «possibile» per altri 0,2 miliardi. Un conto che mette dentro tutti i guai nella gestione di Mps, come le operazioni Santorini ed Alexandria. All’interno del contendere, la sola acquisizio­ne di Antonvenet­a vale per 3,03 miliardi. Rispetto a tali iniziative Mps «esprime una posizione critica» e «si riserva di agire nei confronti di Fondazione Mps a tutela del proprio patrimonio». La banca ricorda che, ai tempi dei fatti contestati, la Fondazione Mps «deteneva circa il 49% del capitale» della banca, «nominava la metà» del cda ed «era in grado di indirizzar­ne le scelte, a maggior ragione quelle strategich­e». Oltre al fatto che «è stato accertato che Fondazione Mps aveva condiviso senza riserve» l’acquisizio­ne di Antonvenet­a.

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