Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Profughi, nuova rivolta. Focolaio alla Bartolini
Altra sommossa alla caserma. E il cluster dell’azienda logistica si allarga
All’ex caserma Serena scoppia una nuova rivolta di migranti dopo le tensioni dei giorni scorsi. Intanto preoccupa il caso Bartolini, oltre 50 i positivi nella sede di Casale. Indaga l’Usl:possibile l’arrivo da Bologna.
TREVISO C’è un doppio «caso Treviso» nell’allerta Covid che torna alta, ed è un primato che nessuno vorrebbe avere. È la provincia con il maggior numero di contagi giornalieri (ieri 44) e un nuovo cluster in un’azienda di logistica e spedizioni. Ed è anche quella con le tensioni più preoccupanti. Ieri un’altra sommossa all’ex caserma Serena che accoglie i migranti ha tolto i riflettori dalla riduzione del numero dei contagi fra i profughi: un gruppo di «ribelli» ha prima aggredito gli operatori della cooperativa, e poi lanciato bottigliette contro il presidio delle forze di polizia, facendo temere per il peggio.
È successo nel pomeriggio, subito dopo aver scoperto che ci sono ancora 155 rifugiati positivi (erano 246 venerdì scorso) e che l’isolamento non si sarebbe concluso dopo le due settimane di protocollo sanitario. In quelle ore i medici dell’Usl 2 dovevano entrare per sottoporre a nuovo tampone i ragazzi negativizzati, per poterli liberare dalla quarantena. Invece, i test non si sono fatti per ragioni di sicurezza. Non ci sono stati feriti, se non per le lievi escoriazioni di due operatori di Nova Facility, ma è chiaro che quella caserma è diventata una polveriera: è il più grande Cas della Marca ed è il terzo episodio di disordini contro forze dell’ordine e operatori sanitari, ad opera - pare - sempre dello stesso gruppo di migranti. Il sindaco Mario Conte si è recato sul posto: «La misura è colma: i delinquenti, una volta finita la quarantena vanno mandati a casa loro». E il gestore della caserma Gianlorenzo Marinese: «La violenza va punita senza se e senza ma, a norma di legge, siamo vicini ai nostri operatori e li ringraziamo per gli sforzi di questi giorni».
Ma il primato di Treviso ieri non riguardava i migranti: c’è un cluster alla Bartolini di Casale sul Sile. Ai 24 casi di inizio settimana tra i lavoratori, ieri se ne sono aggiunti altri 23, fra magazzinieri e autisti (e ci sono anche due familiari di dipendenti contagiati, in tutto più cinquanta persone). Ora l’attenzione delle autorità sanitarie è sull’origine del focolaio e i riflettori sono puntati sul polo logistico di Bologna dove i contagi si erano manifestati nelle settimane scorse. Dopo una prima ipotesi che vedeva l’infezione partita dai migranti della Serena che lavoravano nel magazzino della ditta fino al 29 luglio, data la mobilità dei lavoratori nelle varie sedi dell’azienda, non si esclude che il contagio possa essere arrivato a Casale proprio dall’Emilia-Romagna, tanto che l’Usl 2 ha chiesto ai colleghi bolognesi di procedere con una verifica immediata. Fortunatamente tutti sono asintomatici e tutti stanno rispettando il periodo di isolamento domiciliare.
Si cerca però di capire cosa è successo e perché si sia creato il focolaio alla Brt Corriere Espresso che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha applicato rigidi protocolli di sicurezza: «C’è un Comitato che monitora ed interviene per adottare tutte le misure necessarie, non c’è più l’obbligo di raccolta firma del destinatario per garantire la consegna sicura rispettando il distanziamento sociale e usiamo dispositivi di protezione individuale per gli autisti» spiega la ditta. La situazione è al vaglio dell’azienda sanitaria trevigiana e dello Spisal che giovedì è stato nella sede di Casale per verificare le procedure di contenimento. Si indaga anche su alcuni lavoratori rientrati dalle ferie, per i quali sono scattati controlli. Ma soprattutto si monitora la mobilità tra i lavoratori dei vari poli logistici. Perché a Casale spesso arrivano corrieri dalle sedi di Bologna e Rovereto, in provincia di Trento, dove nelle scorse settimane si sono registrati importati focolai di infezione (107 e 64 positivi). Non è escluso che nei prossimi giorni possano esserci dei rallentamenti delle consegne, che sono a rischio. E in paese ci sono diffusi timori: «Siamo preoccupati ma non creiamo allarmismi - frena il sindaco Stefano Giuliato - Anche se la maggior parte dei lavoratori non risiede a Casale, i cittadini mi chiedono soprattutto se i positivi sono regolarmente isolati, e su questo mi sento di tranquillizzarli. Sono in stretto contatto con l’Usl 2 e con l’azienda, e la situazione è sotto controllo e ben monitorata».
Ieri alcuni ospiti della Serena hanno bloccato i tamponi e lanciato bottigliette sulla polizia Sono più di 50 i positivi alla Bartolini di Casale il contagio potrebbe arrivare da Bologna