Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I veneti scoprono l’hotel delle star di Hollywood «Hanno voglia di bellezza»
VENEZIA «Abbiamo riaperto il
19 giugno scorso pensando che se fosse andata bene saremmo riusciti a occupare il
4% delle stanze. Con nostra grande sorpresa il mese si è chiuso al 32%». Non sono numeri con cui cantare vittoria, ma il direttore generale del Belmond Hotel Cipriani di Venezia si dice ottimista. Giampaolo Ottazzi, 13 anni passati a dirigere l’albergo adagiato sulla riva assolata della Giudecca, snocciola anche gli altri dati: luglio ha visto un’occupazione del 42% (circa la metà degli anni scorsi ma ben superiore al 20% atteso) e agosto sta andando meglio del
2019, oltrepassando il 60%. «Certo, l’anno si chiuderà in perdita, tuttavia meno peggio del previsto».
L’albergo, che di solito apre il 20 marzo per chiudere il 10 novembre, generalmente occupa 240 collaboratori, di cui
40 fissi e il resto stagionali. Con le previsioni iniziali fortemente al ribasso, anche la chiamata del personale ha subito una riduzione, con il risultato che «adesso non troviamo lavoratori disposti a venire per contratti brevi». Alcuni di loro hanno trovato sistemazione in situazioni differenti, altri preferiscono non rinunciare ai sussidi nell’incertezza della durata dei contratti. «Al momento abbiamo 150 lavoratori, ma ne servirebbero di più soprattuttata to tra quelli più qualificati». È la ragione per cui il ristorante stellato Oro apre ogni sera per un solo tavolo. «Lo chef cucina per un massimo di 6 persone, sistemate al centro della sala. Di più non si può perché manca il personale in cucina». D’altronde l’incertezza regna sovrana e l’assenza alla prossima Mostra del Cinema delle grandi case di produzione hollywoodiane (con relative star) impone prudenza. Eppure, finora le sorprese non sono mancate. La più inaspetè arrivata dagli italiani e, in particolare, dai veneti che appena hanno potuto si sono recati in uno dei luoghi più magici della città, con giardini e terrazze che abbracciano lo sguardo dal bacino di San Marco alla Laguna. Tra i primi a regalarsi un soggiorno nel 5 stelle famoso in tutto il mondo c’è stata una coppia di ospiti vicentini partiti in gommone da Fusina, «hanno attraccato qui da noi e si sono fermati il fine settimana». Ma non sono mancati gli stessi veneziani, come la contessa che stanca di rimanere chiusa nel suo palazzo in centro, si è regalata 5 giorni a bordo piscina, passeggiando nel verde all’aria aperta. «Le persone avevano bisogno di bellezza e Venezia poteva regalare un’esperienza unica. E poi svizzeri, austriaci e tedeschi che giungevano in città con la loro auto». In questi giorni al Cipriani si parla soprattutto francese, si tratta di una clientela diversa dal solito, più europea e di prossimità, mentre mancano gli americani che con gli anglosassoni formavano lo zoccolo duro del resort, arrivando a coprire l’80% delle camere. «Gli inglesi sono tornati – prosegue Ottazzi-, ma naturalmente statunitensi, canadesi e sudamericani non ci sono e non siamo in grado di capire quando potranno venire». Il potere di spesa è diverso perché «gli americani prediligono le suite, mentre l’europeo preferisce la camera doppia, ma arriva in gruppi ed è disposto a spendere di più per il cibo». È cambiata anche la modalità di prenotazione, che arriva il giorno prima o la mattina stessa, così come la disdetta, legata al tempo, «mentre i prezzi sono rimasti gli stessi dell’anno scorso» conclude Ottazzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giampaolo Ottazzi Abbiamo riaperto il 19 giugno pensando di occupare il 4% delle stanze. Con nostra grande sorpresa il mese si è chiuso al 32%