Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sarà un weekend di shopping: negozi aperti contro la crisi
BASSANO Negozi chiusi per ferie? No, aperti per crisi. Oggi, giorno di Ferragosto, in cui si terrà regolarmente il mercato settimanale a Bassano, residenti e turisti troveranno operativi quasi tutti (un 90-95 per cento) i ristoranti e bar, del centro ma anche fuori dal centro (dove i centri commerciali Grifone ed Emisfero sono aperti). Quanto agli altri negozi, stando alle stime del presidente dei commercianti, Alberto Borriero, saranno più del 60 per cento quelli che accoglieranno i clienti in vena di fare shopping e si tratta per lo più di abbigliamento e calzature: «Negozi più a budget o a vocazione turistica». Per i commercianti che invece hanno deciso di godersi la festività, questo sabato potrebbe essere l’unico giorno di relax che si concedono, assieme a ben pochi altri. Basta dare un’occhiata ai cartelli di «chiuso per ferie» nelle vetrine dei pubblici esercizi e delle botteghe, che cercavano evidentemente di rifarsi del periodo di lockdown. Inevitabilmente infatti c’è anche lo zampino dell’emergenza coronavirus. Per tanti aspetti.
«Chiudono in pochi e quello di Ferragosto spesso è l’unico giorno, del resto si è lavorato poco con il Covid 19, c’è l’incertezza di potersi muovere e la flessione economica» dichiara
Borriero.
La tendenza, per il referente di Confcommercio, soprattutto per alimentari e ortofrutta, «è quella di non fare ferie o solo per pochi giorni, quelli in coincidenza delle vacanze dei familiari, e poi quest’anno molti dipendenti non hanno maturato ferie, ce ne sono alcuni che non hanno ricevuto la cassa integrazione e preferiscono lavorare». Borriero, di suo, più che temere la chiusura di negozi - «se matura la decisione vuol dire che c’era già terreno fertile, che quegli esercizi erano già cotti» spiega - è preoccupato dalle scelte delle grandi catene. «Stanno prendendo decisioni importanti e repentine per chiudere punti vendita in più parti d’Italia, anche a Bassano, con palazzi del centro che così rimarranno vuoti». E se è presto per fare un bilancio dei saldi, il presidente dei commercianti ammette che comunque «ci sono stati segnali positivi per risposta nelle vendite dopo il lockdown, ma la merce è stata venduta con prezzi ridotti, con bassi margini di guadagno o addirittura nulli». E il settore abbigliamento è quello che ne risente di più: «Ha perso la stagione primaverile e ha riaperto i punti vendita con la merce in magazzino già pagata e venduta già con prezzi promozionali», questo per invogliare gli acquisti e tentare di ritrovare il passo. E c’è anche un ragionamento da fare: «Se prima i saldi erano solo per un periodo all’anno ora tra sconti e saldi c’è un tutt’uno, il cliente è abituato a trovare merce scontata».