Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il virus mette a rischio uno degli appuntamenti più attesi: la fiera franca d’autunno
BASSANO La proroga al prossimo 15 ottobre dello stato di emergenza sanitaria mette a rischio anche lo svolgimento di uno degli appuntamenti popolari bassanesi più attesi: la fiera franca d’autunno. La tradizione secolare dell’appuntamento lo fa cadere nel primo fine settimana di ottobre, quindi prima della data fissata dal decreto legge del governo. Sulla due giorni dell’evento pesa la difficoltà di gestire un flusso sostenuto e continuo di persone tenendo conto dei varchi d’accesso da presidiare, dei distanziamenti e delle disposizioni da far rispettare. Ha invece qualche chance in più il preludio alla fiera, ossia l’esposizione bovina in viale De Gasperi abbinata al concorso «Bue grasso» di scena il primo giovedì di ottobre. Se la fiera con le bancarelle rischia di saltare - a meno che non si decida per una formula ridotta o per una diversa sistemazione - la rassegna dei quadrupedi potrebbe essere confermata perché circoscritta e quindi più semplice da gestirne gli accessi e controlli.
Sulla sorte di entrambe si attende a breve la decisione definitiva dell’amministrazione comunale.
L’epidemia di covid-19 potrebbe quindi annullare un’ altra manifestazione bassanese di richiamo, molto attesa non solo dagli ambulanti ma anche dal commercio fisso. La speranza di rivitalizzare la città, dopo i campionati nazionali di ciclismo conclusisi l’altro ieri, viene ora riposta sulla tappa del Giro d’Italia che partirà da Bassano il 21 ottobre con arrivo a Madonna di Campiglio. «Le due manifestazioni ciclistiche sono sicuramente un’occasione di promozione, ma gli effetti pratici non sono immediati: si potranno sentire sul medio-lungo termine osserva Alberto Borriero, referente dei commercianti bassanesi di Confcommercio L’abbiamo sperimentato anche nei giorni scorsi con le gare per l’assegnazione dei titoli nazionali: la gente non si è riversata in massa per assistere alle corse. È vero che la competizione di domenica ha registrato molto pubblico, ma non quello che probabilmente ci sarebbe stato senza l’epidemia». Qualche settore, tuttavia, ha avuto un ritorno immediato. «Alcune strutture ricettive - rileva - Ma stiamo parlando di due-tre pernottamenti, niente rispetto ai mesi di chiusura». Nel frattempo, il commercio bassanese sta tentando di tornare alla normalità. «Stringiamo i denti e ci prepariamo ad affrontare la nuova stagione senza dimenticare i distanziamenti, le mascherine, l’igienizzante», commenta Borriero. Al momento a Bassano non si sono registrate chiusure di negozi se non quelle legate al pensionamento dei titolari. «Ci sono settori che soffrono di più, come l’abbigliamento che ha perso un’intera stagione, o la ristorazione legata al lavoro, agli affari», sottolinea Borriero. Preoccupano poi le decisioni di alcune importanti catene di chiudere punti vendita in diverse zone della penisola, Bassano compresa.
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