Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Pd cresce, Possamai fa incetta di voti
Nel capoluogo i dem tornano a essere il secondo partito Balzo di Fratelli d’Italia, Fi perde due terzi degli elettori
VICENZA (Stra)vince il presidente uscente Luca Zaia, vincono la Lega e il centrodestra. Ma in città tiene pure il Partito Democratico, che torna ad essere la seconda lista più votata.
Sono questi i contorni della fotografia del voto delle elezioni regionali 2020. Un’immagine ancora non del tutto nitida, visto che alla chiusura del giornale gli scrutini erano ancora in corso. Tuttavia i contorni si distinguono, le grandezze appaiono ormai definite e con quelle anche i vincitori e i vinti.
I primi rispondono al nome del presidente uscente Luca Zaia, che in città e in provincia conferma l’onda di lunga dei consensi di tutto il Veneto. In provincia, con quasi 400 sezioni scrutinate (su 834) il governatore uscente raggiunge quota 75,12 per cento dei consensi. In città i dati sono più definiti, visto che con quasi tutte le sezioni scrutinate Zaia si attesta al
67,35 per cento dei consensi. Qui il traino principale è dovuto alla lista Zaia, che ottiene un risultato debordante duplicando i consensi rispetto a cinque anni fa e superando il 40 per cento dei voti. E questo va, di fatto, a svantaggio della Lega, che passa dal 16 per cento di cinque anni fa al 10,85 per cento di oggi. Sommando Lega e lista Zaia, però, si supera il 50 per cento dei voti contro il 36 per cento di cinque anni fa, segno che il centrodestra cresce nei consensi. Allargando lo sguardo invece agli alleati della Lega, c’è chi cresce e chi cala nei voti. Tra i primi c’è Fratelli d’Italia, che se alle Regionali del 2015 conquistò 1.217 preferenze (3,29 per cento dei voti) oggi sale a 4.019 voti pari al 10,42 per cento delle scelte dei vicentini. Tra i vinti, invece, c’è Forza Italia, che perde due terzi dei consensi scendendo a Vicenza città al 2,93 per cento contro il 6,88 per cento del 2015. E lo stesso vale a livello provinciale, anche se con numeri e percentuali diverse, dove alle 23 di ieri FdI raddoppiava (quasi) il risultato di cinque anni fa e Forza Italia perdeva oltre 3 punti percentuali su 5.
Nel Vicentino tiene invece di più la Lega, che passa dal 22,13 per cento dell’ultima elezione regionale al 18,86 per cento di oggi, mentre nella sfida tra le principali forze politiche il Movimento Cinque Stelle crolla dal 9,23 per cento al 2,34 per cento.
Diverso invece il discorso per il centrosinistra: in città il candidato presidente Arturo Lorenzoni (Pd) ottiene il 24,02 per cento dei voti. Il risultato nella città del Palladio lo si deve al traino di un Partito Democratico, che conquista il secondo posto tra le liste più votate nel capoluogo con il 19,98 per cento dei voti, in lieve crescita rispetto al 18,50 per cento conquistato alle ultime elezioni regionali del 2015.
Liste e partiti a parte, però, il voto per il rinnovo del consiglio regionale consegna anche la sfida delle preferenze, che a Vicenza non ha rivali: vince Giacomo Possamai, ex-consigliere comunale sconfitto alle primarie del centrosinistra per le amministrative del 2018 nel capoluogo e che porta a casa quasi quattromila preferenze pari, da solo, a oltre la metà dei voti di tutto il Pd a livello cittadino (7.703). «Un risultato che ha dell’incredibile, non me l’aspettavo in questi termini» dichiara Possamai a caldo e non è un mistero che guardi già alle prossime elezioni comunali del 2023 a Vicenza. Miss preferenze, in città, è invece l’assessore regionale uscente Elena Donazzan (FdI), che con
1.228 voti nelle urne del capoluogo si aggiudica anche il derby tutto interno al partito della leader nazionale Giorgia Meloni con il candidato Vincenzo Forte, fermo a quota 320 preferenze. Donazzan si è presentata in tandem con l’assessore comunale Silvio Giovine (926 voti in città) ma soprattutto si è presentata come l’altra anima di FdI rispetto all’eurodeputato Sergio Berlato, che ha corso in sostegno a Forte. E lo stesso Giovine vince la battaglia a suon di preferenze tra gli assessori comunali candidati: i colleghi Silvia Maino (lista Zaia) e Matteo Tosetto (Fi) si fermano rispettivamente a
661 e 648 voti.