Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Paganin: «Serie A entro tre anni? Il Vicenza è già a buon punto»
L’ex biancorosso: «Siete come l’Atletico Madrid, tifo caldo e voglia di stare in alto»
«Dovendo scegliere un club europeo, auguro al Vicenza di fare il percorso dell’Atletico Madrid. I colori sociali sono più o meno gli stessi e il legame con il territorio e la tifoseria sono fortissimi, come a Vicenza». Parola di Massimo Paganin, vicentino doc, ex difensore con una carriera importante tra Fiorentina, Inter, Bologna, Atalanta, Sampdoria, e due anni in biancorosso dal 2003 al 2005, oggi capo delegazione dell’Under 21, opinionista e commentatore Mediaset e Inter Tv e responsabile dipartimento senior dell’Aic. Un augurio non da poco per il Vicenza di Di Carlo.
«Ho avuto la fortuna di andare a Madrid e seguire l’Atletico - continua Paganin - hanno una tifoseria calda, che ama i colori sociali, che vuole molto dalla sua società, e quindi se dovessi accostare il Vicenza a qualcuno sceglierei loro. Se invece dovessi prendere un modello italiano per Vicenza direi l’Atalanta. Che ha fatto un percorso altrettanto importante. Bergamo non è una città grandissima, come Vicenza, ma anche lì l’amore dei tifosi è smisurato, l’ho visto, ci sono stato due anni. Anche l’Atalanta ha fatto un percorso di crescita insieme, società, squadra e tifoseria».
Sul Vicenza neopromosso in B, si parte sabato a Venezia, Paganin è fiducioso: «Può fare un’ottima stagione. Avere Di Carlo come allenatore diventa una garanzia, perché ha un’esperienza importante, di categorie superiori. Ho commentato in tv l’amichevole contro il Monza e ho visto che ha dato un’identità alla squadra, tutti sanno cosa devono fare e come e perché. Ho visto una certa fluidità nella fase di costruzione, le idee ci sono e avere già un’impronta è un vantaggio importante. Mercato? Non c’è tanto da cambiare. E i giocatori che arriveranno dovranno essere funzionali al progetto Vicenza. Adesso è abbastanza coperto in tutti i ruoli. Hanno dichiarato che l’obiettivo è la serie A nel triennio. Ma l’idea credo sia di andare il più lontano possibile quest’anno per capire cosa aggiungere nel prossimo e avvicinarsi al traguardo. Ci sono state diverse squadre che hanno fatto il doppio salto non cambiando molto».
E sui giocatori già arrivati dal calcio mercato, Meggiorini, Gori, Ierardi, Beruatto, Dalmonte, l’ex difensore spiega: «Meggiorini non ha bisogno di presentazioni, ha fatto una carriera importante, è stato in A per tanto, può essere di grande aiuto, anche nell’atteggiamento e nell’indicare la strada giusta, un valore aggiunto per il gruppo. Gori lo conosco dalle nazionali, ha fatto con noi l’Under 20, il campionato del mondo. Si è conquistato la B e ha ancora un percorso di crescita da fare, come Ierardi e Beruatto, e Vicenza è la piazza giusta. Certo non è una piazza come le altre. È una maglia che pesa quella della “nobile provinciale”, che ha fatto 20 anni di A consecutivi, ha vinto una Coppa Italia e ha oltre 100 anni di storia. Vestire il biancorosso è un privilegio ma è anche un onere, come è giusto che sia. Perché la gente è stata abituata a vedere un buon calcio e quindi è un po’ più esigente. Mi auguro possa tornare presto in A».