Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Riaprono le disco «Ma vietato ballare»
Bloccati dal dpc e senza certezze, i gestori provano a ripartire: «Vendere? E chi compra? Fateci lavorare»
Niente ballo (almeno) fino al 7 ottobre. I gestori delle discoteche vedono nero ma qualcuno prova a ripartire: cene, mimi, acrobati e speranza.
VENEZIA Il viaggio al termine della notte ha portato le discoteche del Veneto oltre l’estate buia del coronavirus, ma è tutt’altro che terminato. L’autunno dei locali si annuncia ancora più complicato e incerto dei mesi che lo hanno preceduto. Fino al 7 ottobre, leggi decreto della presidenza del Consiglio di martedì 8 settembre 2020, in Italia non si balla (è il provvedimento che ha ribadito la chiusura degli stadi e concesso l’80% della capienza a bus, tram e treni locali). Da ieri, però, qualcuno tenta di reinventarsi una notte, facendo il possibile e, forse, l’impossibile per superare il guado. «Stasera riapro l’Odissea – dice Renzo Venerandi, tra mille perplessità – Ho in concerto questo Omar Codazzi, che canterà per gli ospiti a cena e sembra aver generato un certo movimento. Riapro anche la Casa di caccia, a Monastier di Treviso, ma...».
Venerandi, presidente trevigiano del Silb, il sindacato dei titolari di sale da ballo, con il suo ventaglio di locali, è il gigante del settore. Tra i «suoi» storici pierre c’è anche un certo Luca Zaia, oggi presidente di Regione da 76 per cento di consensi. L’Odissea, inaugurato 27 anni fa a Spresiano, è uno scatolone tecnologico da cinquemila persone a sera: Fun city, una città del divertimento che, al principio, si chiamava Kolossal. Ieri sera il piatto forte era il «Dinner show»: cena con la voce di Codazzi (è stato microfono d’oro nel 2007), dj e poi spettacoli di intrattenimento vario. Il promo prometteva mimi e acrobati: quasi un piccolo Cirque du soleil. Nel sito, a scanso di equivoci, è ben specificato: «Il ballo è vietato nel rispetto dell’attuale ordinanza». «Teniamo duro – riprende Venerandi, che non nasconde i limiti del nuovo corso -. Noi gestori stiamo provando a fare ristorazione ma la nostra clientela è diversa, chiede altro. Vanno a feste private ma non vengono nei locali se proponiamo festa animata e, ad aprire, si rischia di rimetterci».
Gestori e proprietari che resistono parlano di salasso quotidiano: «D’altro canto – spiega Andrea Cavinato, presidente padovano del Silb e titolare del Paradiso latino – il mercato per le disco oggi è zero. Se ci fosse la possibilità di vendere, credo che qualsiasi gestore venderebbe, ma chi comprerebbe un locale per lavorare due notti a settimana e, d’estate, subire la concorrenza di feste paesane, sagre e appuntamenti vari, senza contare quella che il vuoto di norme consente a disco-bar e simili?». Tito Pinton, socio gestore del Muretto di Jesolo, dopo un’estate passata tra polemiche in tema Covid e chiusure forzate per distanziamento non rispettato, ribadisce il concetto: «Aspettiamo, tutti. Il punto è che, per noi, l’accesso al credito è negato, non ci sono stati aiuti dallo Stato e le attività sono bloccate». Anche a porte chiuse il Muretto costa: «Diecimila euro al mese, senza contare l’affitto del locale, che ora non paghiamo, per intesa con la proprietà». Possibile vendere, magari a immobiliaristi? «A parte che qui è terza strada, il Muretto non ha altri sbocchi. In generale, comunque, ci sono contratti tra proprietari e gestori che vanno rispettati...». La vicenda ha anche un altro risvolto: «Il mercato della notte - chiude Pinton - dopo una lunga flessione, da un paio d’anni era in crescita, almeno per chi faceva le cose per bene. La disco è tornata di moda. Il Muretto, nel 2019, ha fatto il record d’incassi di sempre...».
Non si balla ma nemmeno si vende, perché non si può e non conviene: «Chi comprasse oggi - sintetizza Cavinato - ti strozzerebbe». Domanda: quanto può girare ancora la giostra? Fabio Facchin, socio e gestore dei vicentini Villa Bonin e D club, quindi del Mag a Padova: «Quasi il 90% dei locali è chiuso da fine febbraio. I loro gestori, quelli che non hanno estivo, attendono la data di riapertura e ci credono ancora... Nessuno vuole buttare via quanto fatto, spesso con anni di sacrifici. Qualcuno teme si arrivi a marzo 2021. Vorrebbe dire 18 mesi di chiusura e, a quel punto, la voglia passerebbe a tanti». Ieri sera ha chiuso l’estivo, chiaramente non danzante, di Villa Bonin: «Pensiamo a serate ad ottobre, con l’Oktoberfest, ma è tutto incerto». Il D club rinuncerà alla licenza da discoteca per diventare disco bar. Al gruppo di Facchin, che presiede il Silb vicentino, resterebbe il Mag: «Quello resta chiuso...».
Venerandi Tentiamo la ristorazione ma il nostro pubblico chiede altro Va a feste private ma se facciamo feste animate non viene
Pinton Eppure c’è richiesta di disco, dopo lunga crisi il mercato tira. Nel 2019 il Muretto ha fatto il record di incassi