Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
O lavi la pipì di Fido o ti multo
Crociata anti degrado del sindaco di Treviso, padroni a passeggio con borraccia per diluirla
Attenzione, padroni
TREVISO di cani, attenzione. Prima di uscire di casa, se abitate o venite in passeggiata a Treviso, assicuratevi di avere guinzaglio, sacchetti per raccogliere le deiezioni solide e borraccia per ripulire le deiezioni liquide, altrimenti scatta la multa. Ebbene sì, anche per la pipì, labrador o chihuaua che sia. L’ha deciso il sindaco e la polizia locale è già mobilitata. Scatta la linea dura per tutelare il decoro - e il profumo e il colore - della città, ed è un modo per responsabilizzare l’umano nei confronti degli altri umani, non solo dell’animale domestico. «Questo progetto nasce anche dalle mie camminate, mi piace farlo con gli occhi all’insù – spiega il sindaco Mario Conte -, vedere la bellezza di Treviso, gli affreschi e i palazzi, ma spesso procedo a testa bassa per controllare porfido, sporco e buche, così noto tutto. Quando trovo le chiazze su colonnati e vetrine mi arrabbio, la nostra città è curata e molto turistica, non voglio che sia sporcata così. Basta poco per evitarlo». Non si vuole mica obbligare il cane a tenerla fino a casa, accidenti, ma chiedere al padrone di portare con sé dell’acqua per pulire. Un piccolo sacrificio per un risultato collettivo.
Può sembrare cosa da poco ma Treviso è molto sensibile al tema e ha una lunga tradizione di guerra all’abbandono di escrementi canini, cominciata nel 2004 quando l’ex sindaco «sceriffo» Giancarlo Gentilini (che allora era vicesindaco) fece un’ordinanza per vietare l’ingresso ai cani in piazza dei Signori, il salotto buono della città, proprio per impedire che sporcassero palazzi e monumenti. Una vicenda talmente singolare da guadagnare i riflettori nazionali scatenando polemiche e risate. L’ordinanza anti-Fido era stata contestata prima dai cinofili con un corteo contro la «zona rossa», poi dagli avvocati. E Genty perse al Tar. Negli anni a seguire sono state irrigidite le regole (anche dal Pd) ma è con Conte che la cacca per strada è diventata sanzionabile con 400 euro, il massimo previsto dal regolamento di polizia urbana. In un anno le multe sono state una manciata, ma non è il numero bensì il messaggio che lascia il segno. E Conte è il primo sindaco di capoluogo in Veneto a firmare un’ordinanza che sanziona la pipì dei cani. Senza scendere nei dettagli, le multe sono di diverso importo: quattrocento euro per le deiezioni solide non raccolte, cinquanta per le liquide non pulite. E i cinquanta sono evitabili con la dimostrazione agli agenti del possesso di una bottiglietta con la quale ripulire la macchia. Non serve che ci siano igienizzante o sapone, basta versare l’acqua per diluire il residuo maleodorante. Il provvedimento del Comune è stato appoggiato anche dall’ordine dei veterinari e dall’Usl 2 perché, oltre a chiedere al padrone un maggiore rispetto della città, ha valenza igienica e sanitaria. Non c’è solo l’impellenza del bisogno canino a cui non si può mettere freno, c’è anche l’istinto di «segnare il territorio» ogni venti metri, nei vicoli e fra la gente. Nessuno vuole vietare alle bestiole di comportarsi da tali: si chiede solo ai padroni di mettere a posto. L’ordinanza entrerà in vigore lunedì e sarà valida su tutto il territorio comunale, in centro e in periferia, su marciapiedi, piazze, muri, portici, vetrine, ovunque. Il comandante della polizia locale Andrea Gallo premette che, nelle prime settimane, non ci saranno sanzioni: «Il testo prevede due obblighi, il lavaggio delle deiezioni liquide e la detenzione dell’attrezzatura idonea. Cominceremo con attività di informazione perché l’obiettivo è sensibilizzare i cittadini».
Mille borracce marchiate Prolife – Alvit sono state donate al Comune e saranno distribuite oggi e domani in piazza Indipendenza, in collaborazione con l’Enpa, a chi si recherà al gazebo con documento di identità e cagnolino (o cagnolone) appresso. «Purtroppo devo dire che anche il portone del municipio da qualche tempo è diventato un punto di attrazione per la sosta pipì – chiude Conte -. Non vedo l’ora di trovare i padroni per far loro omaggio di una borraccia». Ci sarebbe un altro elemento che il sindaco ammette essere un problema, ovvero la pipì degli umani per strada in situazioni di sbornia o di mera maleducazione. Ma quella è tutta un’altra ordinanza.