Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La famiglia della donna morta per difendere l’auto chiede un milione di euro
NOVENTA VICENTINA Ergastolo, fine pena mai, anche considerando lo sconto previsto dal rito: è quello che ha chiesto ieri nel corso della sua lunga
(4 ore) ed articolata requisitoria il sostituto procuratore Angelo Parisi per i due napoletani accusati di aver ucciso una donna nel corso di una rapina a Noventa Vicentina, il
13 marzo 2019. Si tratta di Maurizio Buoniconti ed Enrico Pace, 45 e 29 anni, in carcere a Padova e Vicenza: dei trasfertisti del crimine, arrestati a giugno 2019, in base agli elementi raccolti dai carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza. Entrambi gli imputati hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato, che prevede, appunto, lo sconto di pena. Ma per conoscere la decisione del giudice Roberto Venditti bisognerà attendere novembre, quando verrà data voce alle difese dei due napoletani a cui è stato contestato l’omicidio volontario aggravato, la rapina e il riciclaggio per la targa clonata della Fiat Panda usata per spostarsi da Napoli al Veronese e Vicentino. Mamma, fratelli e nipoti della vittima, Mihaela Stoicescu, 50enne romena di Minerbe (Verona), si sono costituiti parte civile con l’avvocato veronese Giuseppe Gomiero che ieri in aula ha formulato una richiesta danni di oltre un milione di euro (200mila di provvisionale).
Quella mattina la donna stava fumando una sigaretta in piedi vicino all’auto, in attesa che la nipote, intenta a prelevare soldi al vicino ufficio postale, tornasse da lei. E quando Stoicescu è stata avvicinata dai due uomini che l’hanno strattonata e colpita ha opposto resistenza, per impedire il furto della Mercedes con i quasi cinquemila euro ritirati dalla nipote in diversi postamat. La 50enne era riuscita a salire in auto e in parte a sedersi, puntando i piedi e aggrappandosi alla maniglia mentre i due tentavano di scaraventarla fuori dall’abitacolo, anche mentre pendeva all’esterno, con il conducente (Pace) che ha continuato a spingerla fuori e per riuscire a liberarsi di lei ha cozzato contro delle vetture in sosta nei primi metri di marcia. E quando la donna è finita sull’asfalto, l’ha investita. Così stando alla ricostruzione dei carabinieri - che hanno anche effettuando una simulazione sul posto - e ai consulenti del pm. I due napoletani avevano seguito zia e nipote già dalla Bassa Veronese, nel loro percorso, di ufficio postale in ufficio postale, per prelevare i soldi per il datore di lavoro della più giovane.
Per riuscire ad incastrare i killer i militari hanno passato al setaccio le immagini di un centinaio di telecamere lungo il percorso dopo la tentata rapina, scandagliato cinque milioni di tracce telefoniche e rovistato nei cestini dell’autostrada, rintracciando alla barriera di Noventa, tra i ticket non pagati, quello con un parziale di impronta di Buoniconti, alla guida dell’auto con cui rientrare.