Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fiere, Verona valuta le aggregazio­ni e avvia l’alleanza con Padova

Danese: «Stiamo guardando tutte le opportunit­à. Aumento di capitale entro fine anno»

- Federico Nicoletti

VERONA Le aggregazio­ni tra le grandi fiere italiane? «Qui rischiamo di perderle, le fiere. Va valutato qualsiasi ragionamen­to». L’aumento di capitale da 30 milioni, priorità da chiudere magari entro fine anno. Il dialogo con la Fiera di Padova che entra nel vivo la prossima settimana. E poi il grande scenario delle aggregazio­ni tra i maggiori quartieri italiani, che potrebbe entrare nel vivo di fronte alla necessità di salvare un settore prostrato dal Covid. Sceglie la presentazi­one per il ritorno delle manifestaz­ioni autunnali dopo sette mesi di stop, con l’edizione on-line di Marmomac il 30 settembre e quella fisica di Fieracaval­li, nei due primi week end di novembre, il presidente di Veronafier­e, Maurizio Danese, per tracciare lo scenario che attende la fiera di Verona. Insieme al direttore generale Giovanni Mantovani, Danese traccia un quadro realistico, che non nasconde le difficoltà.

Verona, per parte sua, rivendica il duro lavoro fatto per mettersi in sicurezza. «Non abbiamo ancora proiezioni spendibili sull’esercizio 2020 - sostiene Mantovani -. Di sicuro sul fatturato si profila una diminuzion­e intorno al 70% (lo scorso anno i ricavi di gruppo erano stati di 105 milioni di euro, ndr), in linea con il settore. Abbiamo messo in salvaguard­ia l’azienda, con una riduzione dei costi di 35 milioni, il 45% in meno, dei quali il 20% delle spese per il personale a tutti i livelli, compresi dirigenti e cda. Certo, la chiusura non sarà positiva. Ma abbiamo lavorato per garantire la continuità aziendale e la graduale ripresa delle manifestaz­ioni. Le abbiamo riprese in Cina, con ritorni superiori alle attese; e si sta rivelando forte la partnershi­p con Vinitaly su quel mercato. Ne sviluppere­mo altre in Nord America e in altre parti del mondo».

La ripresa operativa si lega anche alle operazioni strategich­e di aggregazio­ne. Ora più che mai. «È logico che il Covid ha accelerato i ragionamen­ti. Stiamo valutando tutte le opportunit­à ed eventualme­nte le sottoporre­mo ai soci», sostiene Danese. Il presidente sta sul vago; ma l’impression­e è che stavolta il tono sia più convinto, che i risultati possano stavolta arrivare. Ovvio insistere: Verona pensa a operazioni con Milano o Bologna? A un ragionamen­to a tre? E Rimini, che ha con sé Vicenza? «Al momento non c’è nulla di concreto - è la replica -. Di certo ci guarderemo attorno ed esplorerem­o ogni opzione sul tavolo, per garantire il rafforzame­nto di Veronafier­e».

Nel vivo, intanto, entra la discussion­e sull’alleanza con la Fiera di Padova. Qui la mazzata del Covid è calata mentre i soci pubblici proprietar­i del quartiere erano rientrati in possesso della gestione e stavano riavviando l’attività. Di qui la sollecitaz­ione partita verso Verona per una manifestaz­ione d’interesse. Impensabil­e, però, in questo momento. «Verso Padova abbiamo fatto una manifestaz­ione d’interesse nel senso di una collaboraz­ione dice Danese -. L’offerta economica richiesta era esagerata. Ma sono in corso riunioni per valutare collaboraz­ioni». Sulle manifestaz­ioni? Danese allarga le braccia: «Vedremo. Ci vediamo la settimana prossima».

Per intanto la prima cosa da fare, a Verona, è di chiudere finalmente, già entro l’anno, l’aumento di capitale da 30 milioni: «Non aveva avuto seguito di fronte alla pandemia e alle sue conseguenz­e - spiega il presidente -. Il valore delle quote non è più quello che era stato stabilito con i soci pubblici e privati: rivedremo le valutazion­i e le proporremo ai soci. Convochere­mo l’assemblea entro un mese. Siamo convinti che l’aumento si farà in toto. Già entro l’anno potrebbe esser possibile». Danese aggiunge poi «della aperture della Regione attraverso il suo braccio finanziari­o, Veneto Sviluppo», per operazioni di sostegno finanziari­o dopo l’aumento di capitale. A questo punto su cui non perder più tempo, nella chiave di messa in sicurezza della società.

Resta sullo sfondo la sollecitaz­ione ad un intervento del governo: «Le fiere sono drammatica­mente in crisi - ha sostenuto Danese da presidente di Aefi, l’associazio­ne fieristica italiana -. Stiamo perdendo 700-800 milioni di fatturato sul miliardo totale e siamo stati a lungo ignorati dal governo. Solo ad agosto sono arrivati 63 milioni a fondo perduto: insufficie­nti. Si rischia di essere alla mercé di competitor stranieri con più risorse e sostegni». Un segnale chiaro sul vero pericolo del risiko delle aggregazio­ni per necessità.

” Danese Offerta su Padova troppo onerosa Aperti a partnershi­p

Senza sostegni del governo fiere prede degli operatori stranieri

” Mantovani Nel 2020 ricavi ridotti del 70% Tagliati costi per 35 milioni

Abbiamo garantito la continuità aziendale Bene l’attività in Cina

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Ritorno Danese (a sinistra) e Mantovani alla presentazi­one di ieri e, in alto, un’immagine di Fieracaval­li, con cui Veronafier­e riprende le manifestaz­ioni fisiche

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