Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Longo, la coppia non convince il pm

Aggression­e all’avvocato, i dubbi sulla versione degli arrestati. Parla il padre della giovane

- Polese

Giallo dell’aggression­e all’avvocato Longo. Non convince gli inquirenti il racconto fornito dagli arrestati Luca Zanon e Silvia Maran, fidanzati di 49 e 47 anni, in manette per lesioni aggravate e rapina. E verrà risentita anche Rosanna Mariasole Caudullo, 31enne, pure lei iscritta nel registro degli indagati, che la sera dell’aggression­e era fuori dalla porta di Longo mentre i due amici picchiavan­o l’avvocato. Parla anche il padre della trentenne il conte Antonio Caudullo.

PADOVA Verranno sentiti di nuovo dagli investigat­ori tutti i protagonis­ti del pestaggio subìto dall’avvocato Piero Longo la sera del 30 settembre, sotto la sua abitazione in pieno centro storico a Padova.

Non convince il racconto fornito dagli arrestati Luca Zanon e Silvia Maran, fidanzati di 49 e 47 anni, in manette per lesioni aggravate e rapina. E verrà risentita anche Rosanna Mariasole Caudullo, 31enne, pure lei iscritta nel registro degli indagati, che la sera dell’aggression­e era fuori dalla porta di Longo mentre i due amici picchiavan­o l’avvocato.

Per quanto amiche fossero la Maran e la Caudullo, e per quanto i due fidanzati volessero perorare la causa della giovane 31enne innamorata e respinta dall’anziano (e sposato) avvocato, non si spiega l’orario della visita, erano le

23, e la violenza dell’aggression­e. Lo studio Ghedini-Longo fa sapere che la prognosi del legale è peggiorata: nuovi esami mostrano una frattura del pavimento orbitario sinistro con enfisema del volto e occhio sinistro, frattura delle ossa nasali bilaterali con edema generalizz­ato al volto, frattura scomposta delle ossa del viso. Registrato anche un accumulo cerebrale di liquidi, un’emorragia all’orecchio destro e un enfisema mediastini­co, attribuito a un violento colpo alla gola. I medici hanno pertanto allungato la prognosi da venti a trenta giorni,e di conseguenz­a la posizione dei tre indagati si sta via via aggravando.

Intanto a mettere i puntini sulle «i» ci prova il conte Antonio Caudullo, padre della

31enne Rosanna Mariasole, detta «Rosy», che si è risentito per molte dichiarazi­oni fatte che non renderebbe­ro merito alla verità: «È stato detto, riferito a Longo, “quell’uomo era come un padre per Rosy”. Ebbene, non è così: io sono il padre di Rosy, la relazione tra mia figlia e l’avvocato era di ben altra natura, ed è cominciata quando Rosy era giovane». Il conte Caudullo ammette che la ragazza è cresciuta con Longo, il quale aveva una relazione con la madre di Rosy, poi conclusa. Ma la natura dei rapporti tra l’avvocato e la giovane donna, sostiene, sarebbero poi mutati. La versione del conte Caudullo conferma solo in parte quella fornita dai fidanzati, ossia che Rosy era innamorata di Longo.

A far decidere la coppia di andare a casa sua alle 23.30, dopo una serata tra cocktail e tarocchi, potrebbe davvero essere stata la prostrazio­ne della giovane donna che non riusciva a parlare con quell’uomo che era arrivato a bloccare, sul cellulare, le sue chiamate. Ma può bastare a spiegare una simile violenza? Altro quesito riguarda il comportame­nto dell’avvocato. Quando i tre suonano il campanello, Longo decide di andare nell’androne, eppure agli investigat­ori dice che non conosceva i due che gli avevano risposto al citofono. Perché non chiamare la polizia e assumersi invece il rischio di scendere con la pistola?

I dubbi restano, il movente degli arrestati, così come è stato spiegato fino ad oggi, non convince nessuno. E’ pur vero che Zanon e Maran sono incensurat­i, hanno sempre condotto una vita rispettabi­le, così come la giovane Caudullo. È altrettant­o vero che l’avvocato si è presentato con la pistola ma la prima reazione sarebbe stata quella di scappare, e invece i due si avventano con violenza su un uomo che dicono di non aver mai visto prima.

Su tutto questo indaga la polizia coordinata dal pubblico ministero Roberto d’Angelo. Anche ieri mattina, così come giovedì scorso, l’avvocato Niccolò Ghedini era in procura per conto del collega, anche il partner di studio di Longo sta evidenteme­nte cercando di andare a fondo della questione.

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L’avvocato penalista padovano Piero Longo è stato parlamenta­re e difensore dell’ex premier Silvio Berlusconi
(foto archivio) Il legale L’avvocato penalista padovano Piero Longo è stato parlamenta­re e difensore dell’ex premier Silvio Berlusconi

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