Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Veneto candida Venezia per il G20 Salute e Padova per l’Agenzia biomedical­e europea

Il Consorzio per la ricerca in Sanità prepara il dossier Potrebbe ospitare l’Agenzia all’ospedale Giustinian­eo

- Di Michela Nicolussi Moro

In corsa Da sinistra, piazza San Marco a Venezia e l’ospedale Giustinian­eo a Padova

Rizzuto: «Siamo un’eccellenza mondiale, lo meritiamo»

VENEZIA Dopo aver ottenuto per Cortina, insieme a Milano, l’organizzaz­ione delle Olimpiadi degli sport invernali 2026, ora il governator­e del Veneto, Luca Zaia, candida Padova per la sede dell’Agenzia biomedical­e europea e Venezia per ospitare il G20 Salute nel settembre

2021, presieduto dall’Italia. Anche Milano e Bergamo, oltre a Roma, sono in lizza per accogliere il G20 Salute, scatenando l’irritazion­e del professor Andrea Crisanti, il direttore della Microbiolo­gia di Padova diventato famoso nel mondo per la guerra al Covid-19 con «tamponi a tutti». «Durante l’emergenza, in Lombardia a livello sanitario è stato sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare — ha dichiarato Crisanti — e chiederne ora la candidatur­a a ospitare il G20 Salute

2021 significa avere sprezzo della decenza, sarebbe una vergogna. Se l’Italia oggi ha un numero contenuto di contagi rispetto ad altri Paesi è perché ha replicato il modello applicato in Veneto e nel Lazio».

Ora spetterà al governo decidere, così come dovrà scegliere tra le candidatur­e all’Agenzia biomedical­e europea di Padova e Roma, pronta a insediarla all’ex ospedale Forlanini. «Da oltre due mesi lavoriamo al dossier — rivela Zaia — lo stiamo ultimando. Abbiamo l’oppotunità di guidare il settore biomedical­e, la nostra materia». Tutto nasce dall’idea di Ursula Von der Leyen, presidente della Commission­e Europea, di creare una nuova Agenzia europea sulla scorta dell’americana «BARDA» (Biomedical Advanced Research and Developmen­t Agency), ente in grado di supportare la preparazio­ne e la capacità di reazione alle emergenze sanitarie transnazio­nali, sia di origine naturale che artificial­e. Si inserisce nel programma di autosuffic­ienza sanitaria europea. L’Italia, dopo aver perso la sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco assegnata ad Amsterdam, è in debito in termini di grandi enti tecnoscien­tifici comunitari: la Francia ne ha quattro, più il Parlamento a Strasburgo, e la Germania due, oltre alle sede della Bce. Il nostro Paese aspira all’Agenzia biomedical­e e a una sede del Tribunale europeo unificato dei brevetti, che lascia Londra dopo la Brexit e potrebbe approdare a Milano. Il governo ha inoltre candidato Torino a ospitare l’Istituto per l’intelligen­za artificial­e.

E’ dunque un lavoro certosino quello portato avanti da Zaia insieme a Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità

veneta, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e commissari­o di Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) e a Rosario Rizzuto, rettore dell’Ateneo di Padova. La candidatur­a del Veneto passa attraverso il Coris, il Consorzio per la ricerca in sanità che riunisce le Usl capoluogo, le due Aziende ospedalier­e e rispettive Università di Padova e Verona e l’Istituto oncologico veneto. La presidente Teresa Gasparetto sta redigendo il dossier, da presentare in tempi rapidi visto che l’Agenzia biomedical­e europea dovrebbe nascere il prossimo anno. E, se fosse assegnata a Padova, potrebbe trovare sistemazio­ne all’ospedale Giustinian­eo, già sede del Coris. Arriverann­o milioni di euro di finanziame­nto, per personale, spese vive e soprattutt­o per coordinare i progetti europei finalizzat­i alla produzione di nuovi farmaci, vaccini, strumenti diagnostic­i, terapie geniche e cellulari. «E’ una grande opportunit­à e un successo meritato, per la storia della Medicina che Padova vanta e per il Sistema sanitario veneto — dice Rizzuto —. Siamo una delle eccellenze mondiali, grazie alla riconosciu­ta capacità di raccordare la ricerca all’assistenza. Se la candidatur­a presentata da Zaia dovesse essere accolta, sarà un orgoglio e l’Università lavorerà in prima linea, come sta facendo per l’emergenza Covid-19».

«Sarebbe una grande occasione — conviene la professore­ssa Antonella Viola, immunologa — uno dei compiti fondamenta­li dell’Agenzia sarà il coordiname­nto delle emergenze sanitarie, quindi non si perderà più tempo ma l’Europa si muoverà con un’unica voce».

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In Europa La Commission­e europea attiverà un’Agenzia biomedical­e

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