Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaia, strigliata agli aspiranti assessori «Umili e calmi»
VENEZIA Che rampognata. Luca Zaia non è solito, per carattere e abitudine, ad alzare i toni, men che meno con i compagni di partito. Ma evidentemente il rieletto presidente della Regione non ha gradito l’attivismo di quanti, in questi giorni, si stanno dando da fare nella Lega e sui giornali per conquistare un posto nella sua giunta, sgomitando e sussurrando. E così ieri ha richiamato tutti all’ordine, in modo perentorio: «Stiano calmi e non si agitino ma soprattutto siano umili. Quando mi chiamarono nel 2008, chiedendomi di fare il ministro all’Agricoltura, per un mese io li pregai di scegliere qualcun altro. Qua invece vedo gente che si propone per pilotare lo shuttle, senza manco sapere che bottoni vanno premuti... Vedo persone disposte a tutto, persone che fanno di tutto, ripeto: calmi, umili. Anche perché, di contro, i partiti sono molto rispettosi, nessuno dalle segreterie sta interferendo con le mie scelte».
Ma quali saranno i fatidici dieci nomi? Zaia non lascia trapelare nulla e i papabili rimangono in attesa della telefonata dell’ultimo minuto della segreteria del presidente, con l’invito a presentarsi l’indomani a Palazzo Balbi (le deleghe si scoprono quando ci si siede davanti al governatore, nello studio con vista sul Canal Grande). «Tra dieci giorni saprete tutto» sorride lui sornione facendo notare l’assenza al suo fianco, in quel di Marghera, dei fedelissimi Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin. I due sono tra quelli dati per riconfermati sicuri, insieme ad Elisa De Berti, Federico Caner, Roberto Marcato, Elena Donazzan e Cristiano Corazzari. Restano dunque tre caselle da assegnare e in pole ci sono Francesco Calzavara, Nicola Finco (nonostante l’affollamento dei vicentini, essendoci già Donazzan e Lanzarin, oltre al presidente del consiglio Roberto Ciambetti), Marzio Favero o Silvia Rizzotto in caso di raddoppio su Treviso (oltre a Caner), Fabrizio Boron o Luciano Sandonà in caso di raddoppio su Padova (oltre a Marcato), Roberto Mantovanelli in caso di raddoppio su Verona (oltre a De Berti). Sette pretendenti per tre poltrone, qualcuno ne uscirà di certo scontento.
Intanto pare risolto il giallo delle preferenze padovane, improvvisamente schizzate all’insù, in qualche caso addirittura raddoppiate, nei conteggi finali timbrati martedì sera dalla Corte d’appello. Ci sarebbe stato un errore nella trasmissione dei dati dalle prefetture e dai tribunali alla Corte, dal consiglio regionale suggeriscono di tenere per buone le preferenze (più basse) date a suo tempo dall’osservatorio del consiglio d’intesa col ministero dell’Interno. Un chiarimento è stato chiesto anche dal neoeletto consigliere di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, che a Venezia ha conquistato 4.537 preferenze, diventate però 2.967 nel verbale della Corte. Si vedrà se anche qui si sarà trattato di una svista. Sarebbe l’ennesima, dopo l’avvicendamento tra Gerolimetto e Busolin a Treviso, quello tra Rando e Sponda a Verona e il ricorso dei Cinque Stelle che ha riportato a Palazzo Ferro Fini Erika Baldin.