Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Variati e la nuova Aim Agsm «Contano gli investimenti»
L’ex sindaco sulla fusione approvata giovedì: serve un’ottica espansiva
VICENZA Ci tiene a mantenere «il più alto rispetto delle decisioni del consiglio comunale», ma vuole pure dire la sua. E così parla della necessità di «mantenere un’ottica espansiva e non difensiva», si augura «che siano stati analizzati tutti gli aspetti» e rigetta l’accusa di aver seguito a suo tempo (nel 2017) la logica della spartizione politica: «Accusa ingiusta, non erano chiari alcuni punti di Agsm».
A parlare della fusione tra Aim e la multiutility veronese Agsm è il sottosegretario all’Interno Achille Variati, che da sindaco di Vicenza nel 2017 siglò la prima bozza di un accordo tra le due aziende da cui l’amministrazione attuale guidata dal sindaco Francesco Rucco è partita per arrivare alla definizione della fusione votata giovedì dal consiglio comunale e che ha messo il timbro, però, su un progetto diverso da quello di tre anni fa: dal concambio alla governance e fino alla stessa natura della fusione, che ora è un’incorporazione di Aim nella più grande Agsm.
«Ho sempre creduto che la dimensione di Aim fosse troppo piccola per affrontare le sfide del futuro – dichiara Variati – ma ci si mette insieme non con un’ottica difensiva bensì espansiva e per fare questo servono grandi risorse per investimenti importanti». Quello degli investimenti è, per Variati, un nodo chiave e lo è stato pure in passato: «Tre anni fa – afferma – mi fermai sul progetto di fusione anche perché c’erano questioni nodali che non ho avuto il tempo di analizzare bene. Volevo essere sicuro che la fusione avrebbe potuto portare le risorse necessarie e mentre conoscevo i limiti di indebitamento di Aim non mi erano chiarissimi, invece, quelli di Agsm. Come non mi erano chiari i contorni di alcuni impegni di Agsm su delle operazioni all’estero, in modo particolare in Albania, e nemmeno lo status giuridico dell’azienda veronese all’epoca era ben definito, visto che a volte operava quasi come una società in-house del Comune di Verona e altre volte come realtà del libero mercato». Con queste basi l’ex-primo cittadino respinge al mittente chi lo accusa di aver disegnato un progetto di spartizione di potere («È falso, le mie attenzioni erano mirate a non far precipitare Aim in una logica di subalternità ad Agsm» precisa Variati) e lancia le sue «speranze»: «Mi auguro che il sindaco Rucco abbia ben analizzato tutti questi aspetti e ritengo fondamentale che ci sia un piano industriale di sviluppo realistico alla base della fusione, altrimenti i nodi verranno al pettine».
Ma non è tutto. In parallelo alla fusione tra Aim e Agsm corre anche il piano del Comune per lo scorporo di Aim Amcps Valore Città, cioè la società che gestisce alcuni servizi ma anche manutenzioni e il patrimonio pubblico della città. Palazzo Trissino ha deciso di portarla in-house, facendola diventare il braccio operativo del Comune, con un’operazione da circa 10 milioni. «È comodo avere un braccio operativo – chiosa Variati – ma bisogna valutare bene i costi. A suo tempo avevamo fatto molta fatica a riportarla sul mercato».
Variati, infine, si leva un sassolino dalla scarpa ed è quello riferito alla gestione, nel 2016, della vendita dell’ex-Fiera di Vicenza a Riminifiera, per creare quella che ora è la società Ieg (Italian exhibition group), tra le prime società fieristiche italiane: «Vedo che si addita sempre quella vicenda come esempio negativo – osserva Variati – anche in riferimento alla fusione di Aim. Ma sono due società diverse. La fiera era un ente economico che non prestava servizi direttamente ai cittadini e il mio obiettivo all’epoca fu quello di darle futuro. Se al tempo del lockdown la fiera fosse stata da sola ho il timore che sarebbero stati forti dolori. E basta guardare i deficit delle fiere di Padova e Verona per rendersene conto.
” Variati La fiera? Ho voluto garantirle un futuro Se con il lockdown fosse stata sola ora sarebbero dolori