Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nuove scritte antisemite, condanna bipartisan

A Schio un foglio contro Segre. L’autore potrebbe essere lo stesso di Torrebelvi­cino

- G.M.C.-B.C.

SCHIO Di nuovo parole antisemite affisse in pubblico. Dopo il cartello esposto in gennaio a Torrebelvi­cino, domenica anche Schio si è trovata a fare i conti con un messaggio sull’Olocausto. Il foglietto era affisso in una delle bacheche riservate alle informazio­ni del Comune in centro storico a Schio. Inequivoca­bile la frase riportata, tra l’altro piena di errori, e rivolta alla senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto: «La senatrice ebrea che si domanda dovera Dio. Era dove lai messo tu, ‘ebreo a la memoria corta, Dio no», le parole sgrammatic­ate del messaggio. Subito rimosso, il foglietto ha però destato scalpore in città ed è stato immortalat­o sui social dal circolo Pd dell’Alto Vicentino.

«Non ho ancora presentato denuncia – afferma il sindaco, Valter Orsi – ma ho segnalato l’episodio alla polizia locale». I vigili hanno già avviato indagini per arrivare al responsabi­le. Gli agenti del comandante Giovanni Scarpellin­i hanno acquisito le immagini della videosorve­glianza del Comune e delle telecamere private della zona. Si presume infatti che il biglietto sia stato affisso in orario serale. I vigili analizzera­nno poi le targhe dei mezzi passate in zona cercando anche di ricostruir­e il percorso che avrebbe fatto l’autore del biglietto incriminat­o, che si presume abbia agito da solo. Si eseguirà poi anche un confronto dello scritto antisemita rinvenuto Torrebelvi­cino, che potrebbe essere opera della stessa persona: anche in quel caso infatti una scritta antisemita («Ricordiamo­ci di riaprire i forni») era in una bacheca pubblica e pertanto la procura potrebbe disporre una consulenza tecnica.

Nel frattempo rimangono le prese di posizione politiche. Il primo cittadino scledense condanna episodi simili sottolinea­ndo come «le dita scorrano a volte più veloci del cervello». Il segretario dem di Schio Daniele Dalla Costa, aggiunge: «Condanniam­o questi episodi e ci preoccupa il fatto che il tenore e la direzione degli attacchi siano sempre gli stessi, ispirati da un clima politico molto avvelenato». A Schio, tra l’altro, era già scoppiata una polemica legata ai fatti dell’Olocausto lo scorso anno, quando il Comune decise di negare l’iniziative delle «pietre d’inciampo» per ricordare i luoghi di partenza dei deportati. «Non c’entra nulla con quanto accaduto – sentenzia Orsi – gli imbecilli non hanno dimora fissa».

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