Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Virus e aiuti, i sindaci in allarme «Il denaro c’è, manca personale»
Magnabosco: «Non riusciamo a gestire ogni pratica, rischiamo di non sfruttare tutti i fondi per famiglie e imprese». La Provincia pensa a un team di lavoro per i Comuni
VICENZA Il tema ricorrente è quello degli aiuti e contributi attraverso fondi, misure di sostegno, sgravi per far fronte alle difficoltà legate all’emergenza sanitaria da Covid-19. Ma c’è pure il rovescio della medaglia: «Non abbiamo abbastanza personale in grado di gestire tutte le pratiche e rischiamo di non riuscire a sfruttare tutti gli aiuti per famiglie e imprese». Il grido d’allarme lanciato dal presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 8 Berica (59 comuni) e primo cittadino di Montebello Dino Magnabosco, suona quasi paradossale. In tempi di pandemia, con gli enti locali in prima fila per rispondere alle esigenze di famiglie, imprese e cittadini in difficoltà, a mancare all’appello sono le risorse umane degli enti locali. «Già eravamo in difficoltà prima del Covid – osserva Magnabosco - in virtù delle norme del patto di stabilità che ci consentono un ridotto margine di manovra in termini di assunzioni. Ora la situazione è peggiorata».
Il tema è emerso alla riunione di ieri in prefettura per un «focus sull’andamento generale dell’economia in provincia», con una particolare attenzione agli «interventi di sostegno nei confronti di lavoratori, famiglie e imprese». Un tavolo di lavoro convocato già in pieno lockdown dal prefetto Pietro Signoriello e che ha riunito istituzioni, rappresentanti dei sindaci, delle categorie economiche, degli ordini professionali, di Inps e di Banca d’Italia. «Una stanza di ascolto – spiega Signoriello – per capire le istanze ed evitare la disgregazione del tessuto sociale ed economico». Ciascun attore ha portato quindi la propria richiesta: dagli aiuti per l’economia («Mancano 125 milioni sul fronte della cassa integrazione», tuona Confartigianato) all’attenzione al Sociale e fino alla presa di posizione della conferenza dei sindaci legata proprio alla questione del personale. «La disponibilità di bandi e contributi è molto aumentata – afferma Magnabosco – ma chiediamo di poter avere la possibilità di assumere personale, anche in forma temporanea e in modo particolare per coprire la mancanza di assistenti sociali e tecnici». Dal bando per le agevolazioni sugli affitti allargato anche ai Comuni con meno di 10 mila abitanti al Rei (reddito di inclusione), dai fondi Pon per l’inclusione scolastica a contributi specifici per l’emergenza Covid: «Seguire le pratiche richiede tempo e personale se vogliamo dare risposte concrete» osserva il referente dei sindaci del distretto est dell’Usl 8, il sindaco di Noventa Mattia Veronese. Difficoltà concrete, tanto che in Provincia è già nata l’idea di create un team di lavoro proprio per affiancare i Comuni – specie i più piccoli – nel disbrigo delle pratiche legate ai contributi e ai fondi: «Una delle proposte dell’Unione provincie italiane – dichiara il consigliere provinciale Giorgio Santini – è quella di fare delle Province anche una centrale di progettazione e noi siamo di fatto già pronti».
Ma nel frattempo ad impattare su tutta la partita degli aiuti per la pandemia è anche lo smart working, che contribuisce a rallentare – ad esempio – le pratiche edilizie per il Superbonus del 110% sulle ristrutturazioni: «Avere personale di uffici comunali o del catasto in smart working – sostiene il presidente di Confartigianato Agostino Bonomo – rallenta le procedure perché ci sono casi in cui i documenti cartacei di cui un’azienda o un proprietario ha bisogno si trovano solo negli uffici».
Gli artigiani Bonomo: «Lo smart working nel pubblico rallenta le pratiche, non tutto è sul digitale»