Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Più ricoveri, una scuola e tre reparti chiusi
Ma è occupato solo il 4% dei letti in Terapia intensiva
Una scuola chiusa a Valdagno, attività programmata sospesa dieci giorni all’ospedale di Belluno, centinaia di focolai in tutto il Veneto. Ma, secondo l’ultimo report del ministero della Salute, solo il 4% dei letti di Terapia intensiva è occupato.
VENEZIA Non è proprio un bollettino di guerra, ma l’ultimo report regionale sull’andamento dell’epidemia segna un cambio di passo. Ci sono altre sette vittime, che salgono così a 2233, 1151 persone in più in isolamento domiciliare, per un totale di 12.834, ma soprattutto cominciano a crescere i ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia (369, cioè +13) e nelle Terapie intensive, che ospitano 46 pazienti (+5). In sé numeri contenuti, però rispetto al 14 settembre i due reparti non ad alta intensità hanno visto esplodere le degenze del 137% (erano 151) e le Rianimazioni del 120% (un mese fa erano 20). Il governatore Luca Zaia ripete che non c’è emergenza ospedaliera e il dossier su numero e occupazione dei letti in Terapia intensiva diffuso dal ministero della Salute lo conferma: Veneto, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sono le uniche tre Regioni sopra lo standard di 14 posti letto per 100mila abitanti fissato dal governo. Il Veneto è a quota 16,8 contro i
15,9 della Valle D’Aosta e i 14,4 del Friuli e quindi ha fatto fruttare i 40 milioni di euro ricevuti da Roma, che ne ha stanziati 500 in totale per aiutare le Regioni ad aumentare del 30% la dotazione del reparto più delicato.
Il Veneto, prima dell’emergenza forte di 494 letti di Terapia intensiva, ora ne ha 825, che possono diventare 840 e, in caso di grande pressione,
1016, con la riconversione di
176 letti di Terapia Semi-intensiva, passati dai 343 iniziali a 663. Al momento però in Terapia intensiva è occupato solo il 4% dei letti, contro il 14% della Campania, il 12% della Sardegna, il 12% della Liguria e l’11% dell’Umbria. La Lombardia è al 5%, l’Emilia Romagna al 3%. Infine il Veneto, insieme alla Lombardia, è la realtà che ha ricevuto dallo Stato il maggior numero di prodotti per contrastare l’epidemia, cioè mascherine, ventilatori, dispositivi di protezione individuale e attrezzature per 132,8 milioni di pezzi, su un totale nazionale di
942,4 milioni.
E menomale, perché l’Rt, l’indice del contagio, ha superato la soglia d’allarme di 1, toccando 1,13. Tutte le province sono in allerta. Da oggi l’elementare «Maglio» di Valdagno resterà chiusa 10 giorni perché dopo la positività al
Covid-19 diagnosticata a una insegnante i tamponi rapidi effettuati ieri dall’Usl Berica hanno individuato tre alunni, tre docenti e un bidello colpiti dal virus. Da qui la decisione di chiudere la scuola, provvedimento che coinvolge 5 classi, ovvero 120 tra allievi e maestre. L’Usl sta programmando un’unica seduta di test rapidi in tutte le classi, prima di autorizzare la riammissione scolastica.
A Belluno allarme all’ospedale «San Martino»: visto che alcuni operatori sanitari sono stati contagiati, la direzione dell’Usl Dolomiti ha deciso di sospendere fino al 26 ottobre l’attività programmata (interventi, visite e controlli) nei reparti di Chirurgia, Urologia e Nefrologia. Garantite le emergenze, mentre le urgenze verranno dirottate all’ospedale di Feltre, con il supporto della Centrale operativa del Suem
118. A Venezia ci sono 56 focolai, tre quarti dei quali in ambito familiare e legati alla movida, oltre a quelli di Fincantieri (116 casi) e della Rsa per anziani del Fatebenefratelli, che sale a 24 contagi. I test effettuati nella comunità bengalese hanno inoltre individuato 201 infetti.
Nel Padovano il Centro Carni Company di Tombolo comunica che sono risultati positivi al tampone 33 dipendenti su 170 e intanto l’Usl Euganea ha chiesto e ottenuto dalla Regione l’autorizzazione ad assumere 203 infermieri, 103 dei quali da impiegare nell’emergenza Covid. Nel Trevigiano nuovo cluster in un’azienda di Asolo, una cooperativa operante nella logistica, che conta 33 dipendenti colpiti dal coronavirus. Nella stessa zona è in quarantena un’intera classe di una scuola elementare, dopo alcuni casi emersi.
In Polesine sono stati contagiati una bimba di 3 anni e un ragazzino di 11, iscritto alla prima media. I compagni, i docenti e il resto del personale ieri mattina sono stati sottoposti a tampone rapido e tre studenti sono risultati positivi. Perciò la classe, gli insegnanti e gli altri dipendenti sono stati posti in isolamento domiciliare.