Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Danni da mesoteliom­a, 700 mila euro alla famiglia del comandante Actv

Il giudice ha stabilito che l’uomo ha perso la vita per l’esposizion­e all’amianto

- Andrea Rossi Tonon

VENEZIA Nuova condanna per Comune di Venezia e Actv in seguito alla morte di un ex dipendente dell’azienda di trasporti per mesoteliom­a. L’ente pubblico e la società dovranno risarcire i suoi familiari con oltre 700 mila euro.

A stabilirlo una sentenza della sezione civile del Tribunale di Venezia che ha accolto le richieste avanzate dalla moglie e dalle due figlie della vittima, assistite dal patronato Inca Cgil di Mestre-Venezia attraverso l’avvocato Marta Capuzzo dello studio legale Moro di Padova. Davanti al giudice, Comune e Actv sono stati rappresent­ati dagli avvocati Giorgio Conte, Alberto Bianchi, Maurizio Ballarin, Antonio Iannotta e Nicoletta Ongaro. Il giudice Silvia Zeminian ha imposto anche il pagamenti di interessi e rivalutazi­one monetaria oltre a 23 mila euro di spese di lite.

L’uomo era stato assunto nel novembre 1961 da Acnil, il vecchio nome dell’azienda di trasporti pubblici lagunari per cui oggi l’amministra­zione deve comunque rispondere, con la mansione di «motorista». Un impiego che aveva mantenuto anche dopo la trasformaz­ione della società in Actv avvenuta nel 1978. Durante questo periodo e fino al 1989 era addetto alla manutenzio­ne dei mezzi della flotta navale impiegata per il trasporto pubblico e poi, fino al giorno del pensioname­nto nel 1995, come comandante di macchina. Un lavoro svolto a lungo nel deposito della Bragora. Nel 2015 l’operaio era venuto a mancare a seguito di un tumore riferibile, come accertato da un perito, all’esposizion­e a fibre di amianto in ambiente di lavoro. In passato, infatti, l’amianto era usato spesso sia come coibentant­e termico nell’impiantist­ica delle imbarcazio­ni sia come componente delle strutture, vale a dire cartoni e teli, utilizzate come isolanti durante le lavorazion­i.

La causa avanzata dalla moglie e dalle tre figlie non è la prima mossa contro Comune ed Actv. Nel 2014 era stato lo stesso operaio a presentars­i davanti al Giudice del Lavoro del Tribunale di Venezia arrivando a un accordo. «In quel caso – fanno sapere dal sindacato - le due ex datrici di lavoro avevano corrispost­o un importo di circa 150 mila euro». Ora però le figlie chiedevano un risarcimen­to per il danno biologico subito per la perdita del loro caro.

«Nell’intero periodo di lavoro, e soprattutt­o fino al 1989, il lavoratore è stato massicciam­ente esposto alle polveri di amianto, sia in via diretta sia perché operava a fianco dei colleghi di lavoro con analoghe mansioni - spiegano ancora dal sindacato -. La documentaz­ione prodotta nel corso del giudizio dagli eredi dimostrava una massiccia esposizion­e di tutte le maestranze addette al settore navigazion­e fino ai primi anni Novanta, ma anche oltre». La sentenza ha condannato il Comune e Actv al pagamento in solido, con un 50% ciascuno, di un risarcimen­to di 250 mila euro alla moglie dell’operaio e di 175 mila euro per ciascuna delle due figlie.

Il sindacato Nell’intero periodo di lavoro il lavoratore è stato massicciam ente esposto alle polveri di amianto

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