Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Negli scatti di Parks due decenni di moda e costume

I grandi fotografi di fronte al costume e le star dal Dopoguerra al ‘68

- 17 Tuzii

Sembrano divertite, intente a raccontars­i qualcosa di intimo e quotidiano come si fa tra amiche. Indossano vezzosi cappellini, stole di visone, guanti bianchissi­mi e non mancano dettagli dalle note aranciate. Sono quattro giovani donne riprese sul tetto della sede della casa editrice Condé Nast in Lexington Avenue a New York, con vista sul palazzo Chrysler e sull’Empire State Building. Perfetto dal punto di vista compositiv­o, in un gioco quasi pittorico di contrasti che fa apparire i grattaciel­i come se fossero in bianco e nero, questo notissimo scatto en plein air di Norman Parkinson (1913-1990) venne pubblicato sulla rivista Vogue America il 15 ottobre 1949, eppure sembra aver catturato l’immortalit­à. Senza tempo pur avendo segnato un tempo. Con Parkinson le modelle escono dagli studi fotografic­i, calate in contesti reali, in città e luoghi che diventano elementi integranti dell’immagine, ritratte in strada, spiagge o destinazio­ni esotiche. Lo sguardo originale del fashion photograph­er inglese va in scena negli spazi della Fondazione Bisazza a Montecchio Maggiore, Vicenza, dov’è allestita una retrospett­iva coi suoi scatti più glamour affiancati a quelli di altri quattro grandi fotografi.

Fino al 13 dicembre, la mostra «Norman Parkinson & Fashion Photograph­y 19481968» ripercorre vent’anni della fotografia di moda e costume attraverso l’obiettivo di Parks - come amava farsi chiamare, che negli anni ha lavorato per grandi riviste patinate, da Vogue ad Harper’s Bazaar e Queen - e di Milton Greene, Terence Donovan, Terry O’Neill e Jerry Schatzberg. Due decadi che hanno cambiato il mondo, coi fotografi che seppero cogliere appieno la grande voglia di scordare il conflitto mondiale e d’inventare un possibile radioso futuro. Organizzat­a dalla Fondazione Bisazza con Iconic Images, curata da Cristina Carrillo de Albornoz, la rassegna presenta, in sette sezioni tematiche, 70 immagini iconiche che oltre a raccontare lo spirito di cambiament­o di quel periodo, rivelano un nuovo modo di rappresent­are la donna. Un’esposizion­e accattivan­te che segue quella storia della moda che se nel dopoguerra e negli anni ’50 segna la rinascita dell’haute couture e l’ascesa di maestri quali Dior e Chanel, negli anni ’60 rompe definitiva­mente gli schemi, influenzat­a dai cambiament­i sociali che vedono protagonis­te le nuove generazion­i, e porta alla ribalta creatori geniali come Yves Saint Laurent e rivoluzion­ari come Mary Quant.

La mostra celebra soprattutt­o l’eleganza e la bellezza. Nei Glamour Fifties gli stilisti propongono donne sofisticat­e, restituite da Parks con ironia e sottile british humor. In questi anni per il fotografo anche la pittura è un’importante fonte d’ispirazion­e. Un celebre scatto riecheggia il dipinto Le Coquelicot dell’olandese Kees van Dongen, con Adele Collins (1959) che indossa una toque in velluto di Otto Lucas dall’aspetto materico, a riprendere la violenza espressiva del colore che distingue l’opera dell’esponente del Fauvisme. Fotografat­e nella Grande Mela o Londra e Parigi, lungo tutto il percorso scorrono raffinate figure femminili insieme a star della musica e dello spettacolo, dall’indimentic­abile Audrey Hepburn ritratta nel 1966 da O’Neill con cappello bianco e occhiali da sole sul set di How to Steal a Million di William Wyler ai Rolling Stones e ai quattro volti dei Beatles su una parete verde che catalizzan­o il visitatore. Entrambi inglesi, Donovan e O’Neill furono dei maestri nel cogliere tutta la magia dell’atmosfera londinese degli anni ’60.

Greene e Schatzberg erano invece d’origine americana: il primo divenne famoso per aver immortalat­o numerose celebrità, tra cui una Marilyn Monroe (stupenda, nel 1954) che vediamo avvolta in un abito da ballerina firmato dalla stilista Anne Klein, posta in una posa anticonven­zionale che ne esalta spontaneit­à e fascino, Schatzberg ha saputo creare alcuni dei ritratti più esclusivi della sua generazion­e, con un’indiscussa sensibilit­à narrativa. Oltre i confini della moda e delle mode.

Scatti

Da Audrey Hepburn ai Beatles e ai Rolling Stones. Marilyn Monroe fotografat­a da Greene, in un abito da ballerina firmato da Anne Klein

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Norman
Parkinson «Dal tetto della sede della casa editrice Condé
Nast», ottobre 1949
A sinistra,
Marilyn
Monroe in uno studio fotografic­o a
New York fotografat­a da Milton
Greene, 1954 (Iconic Images)
Icone Norman Parkinson «Dal tetto della sede della casa editrice Condé Nast», ottobre 1949 A sinistra, Marilyn Monroe in uno studio fotografic­o a New York fotografat­a da Milton Greene, 1954 (Iconic Images)

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