Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La Lega toglie a Crisanti il patrocinio Caso politico
L’esperto era stato invitato a un convegno a Treviso (poi annullato) Opposizione all’attacco: «Ecco cosa succede a chi osa criticare Zaia»
TREVISO Polemica a Treviso per la decisione del Comune di togliere il patrocinio a un convegno al quale era stato invitato il professor Andrea Crisanti. La sua colpa? Aver criticato la gestione della pandemia da parte della Regione.
TREVISO È più lesa maestà attaccare il governatore Luca Zaia o criticare Andrea Crisanti? Non si può nemmeno dire che la verità sta nel mezzo perché questa volta è o bianco o nero, la posizione neutrale non esiste.
A leggere commenti e reazioni pare che sia necessario schierarsi con uno dei due protagonisti della lotta al Covid in Veneto, il presidente dei record (elettorali) o l’uomo dei tamponi. Lo scontro è ufficialmente diventato politico con una bufera scoppiata a Treviso, con il Comune a guida leghista che ritira il patrocinio a un incontro con ospite Andrea Crisanti, il docente dell’Università di Padova padre del «modello Vo’». E, ultimamente, uno dei più autorevoli e ricercati commentatori dell’evoluzione pandemica. Non passa giorno che non venga interpellato sui media o nei convegni e, per attirare
pubblico all’evento inaugurale del 210mo anno dell’Ateneo
Trevigiano, anche l’associazione culturale ha organizzato una conferenza col professore. Il Comune ha prima dato il patrocinio, poi l’ha ritirato alla luce delle «recenti dichiarazioni di Crisanti che mettono in dubbio, con esternazioni del tutto personali, il lavoro svolto dagli operatori della sanità impegnati in prima linea a far fronte alla situazione d’emergenza sotto la regia della Regione del Veneto».
È la prima volta che qualcuno prende una posizione così nettamente politica di fronte alla sfida Zaia-Crisanti. «Noi stiamo dalla parte della sanità veneta che ha gestito nel migliore dei modi l’emergenza – spiega il sindaco (e presidente dell’Anci) Mario Conte non possiamo condividere esternazioni contro i nostri medici. Rispetto le opinioni di Crisanti ma patrocinare l’evento significa sposare l’iniziativa e i suoi contenuti, e non posso farlo». Nulla contro l’Ateneo, si appresta a specificare, il rapporto non è in discussione. Crisanti sì.
Negare il patrocinio non cancella l’evento, ma è come un detonatore nella provincia più zaiana del Veneto. Il Pd coglie la palla al balzo: ha individuato in Crisanti il punto di riferimento scientifico del partito, è diventato la bandiera anti-Covid (e, ancor più, antiLega), e lo difende a spada tratta. Qualche esempio. Il capogruppo a Treviso Stefano Pelloni: «Ecco cosa succede ad avere il coraggio di criticare la gestione della pandemia di Zaia. Crisanti ha sbagliato pochissime previsioni, la politica farebbe bene ad affidarsi alla scienza anche quando dice verità scomode. Negare il patrocinio è una scelta gravissima». Il consigliere regionale Andrea Zanoni: «Vergognoso, i meriti di Crisanti sono innegabili ma nello Zaiastan è vietato criticare il Doge». Il segretario veneto Alessandro Bisato: «Ecco la vera faccia del potere di Zaia, feroce e vendicativa. Crisanti è colpevole di aver mostrato l’inadeguatezza della dirigenza della sanità regionale».
A Treviso però quell’incontro all’Ateneo ha sollevato anche perplessità in ambito medico. C’è chi non ha dimenticato le aspre critiche del professore alle sperimentazioni in campo per combattere il virus. E qualcuno ricorda anche che mesi fa gli fu proposto un confronto fra scienziati: mai visto.
La polemica però scoppia anche all’università di Padova. Il professor Giorgio Palù, emerito virologo e consulente della Regione non ha la stessa idea di Crisanti sul tracciamento degli asintomatici e lo definisce uno «zanzarologo, non ha mai pubblicato un lavoro di virologia». Anche se il rettore Rosario Rizzuto non schiera il Bo («Non voglio entrare nelle polemiche») a Palù risponde Fulvio Ursini, decano del dipartimento di medicina molecolare: «Il concetto di “zanzarologo” è sbagliato ed è stupefacente che provenga da uno scienziato. È inammissibile che si voglia generare un monopolio culturale sulla pandemia da parte di chi autoreferenzialmente se ne ritiene titolare».
A Treviso il primario della microbiologia è Roberto Rigoli, vicepresidente dei microbiologi italiani e coordinatore dei laboratori veneti, più volte criticato da Crisanti. Ma sulla polemica alza le mani: «Ne ho letto con stupore. Io continuo a insistere: il confronto costruttivo tra scienziati e sanitari è l’unica arma utile per sconfiggere il virus. La contrapposizione tra teorie è il sale della ricerca, ma se si basa su dati consistenti. Non accade spesso, di questi tempi. Il mio unico obiettivo è la salute dei cittadini: è il mio lavoro, io faccio questo».
E il convegno della discordia? Non si farà. Doveva tenersi il 27 ottobre al teatro comunale ma è stato rinviato dagli organizzatori, dopo l’annuncio dell’ulteriore stretta del governo agli eventi aperti al pubblico.
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Il sindaco
Non possiamo condividere esternazioni contro i nostri medici come quelle fatte da Crisanti
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Zanoni (Pd)
Vergognoso, i meriti di Crisanti sono innegabili ma nello Zaiastan è vietato criticare il Doge