Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Contagi anche tra chi fa i test Allarme Rsa

Treviso, 9 casi al Dipartimen­to Prevenzion­e Undici vittime nella Rsa di Cortina, 17 a «La Pieve» di Montecchio, cinque alla «Pia Opera Ciccarelli» di San Giovanni Lupatoto

- Silvia Madiotto Gian Maria Collicelli

VENEZIA Tra i nuovi 680 contagi registrati ieri in Veneto ci sono nove sanitari del Dipartimen­to di Prevenzion­e della Madonnina, nell’Usl Marca Trevigiana. Vittime, torna l’allarme nelle case di riposo.

Riguardano soprattutt­o over 80, ma ieri a Rovigo è morto un 67enne sano

VENEZIA Tra i nuovi 680 contagi registrati ieri in Veneto ci sono nove sanitari del Dipartimen­to di Prevenzion­e della Madonnina, nell’Usl Marca Trevigiana. Proprio nella sede più coinvolta nell’attività di screening, contact tracing e tamponi sono risultati positivi al Covid-19 quattro operatori di Medicina legale e cinque tra Servizio di Igiene (Sisp), Servizio di Igiene alimentare (Sian), Spisal e gli infermieri degli screening. Tutto è partito da un dipendente del Sisp, che ha manifestat­o lievi sintomi, perciò sono stati testati una cinquantin­a di colleghi dello stesso reparto, allargando poi il raggio d’azione ad altri settori e il risultato è di quelli che stupiscono. Proprio nei dipartimen­ti che controllan­o il monitoragg­io del virus, il virus è entrato e ha lasciato il segno. Oggi sarà completato lo screening su tutti i dipendenti, ma non sarà sospesa alcuna attività: i negativi possono già tornare al lavoro.

L’Usl 2 ritiene che il contagio possa essere stato contratto in ambito familiare e poi portato al lavoro, dato che le protezioni vengono utilizzate sia in ufficio che durante i sopralluog­hi esterni. Ci sono però ambiti di socialità, come la macchinett­a del caffè, che possono aver favorito la propagazio­ne dell’infezione.

L’altra emergenza riguarda la provincia di Belluno, secondo la Regione già entrata «nella fase 2 dell’emergenza», mentre le alte restano alla fase

1. Preoccupa soprattutt­o il cluster della casa di riposo di Cortina, che ha visto salire a

135 gli anziani e gli operatori colpiti da coronaviru­s e piange 11 morti tra gli ospiti. E proprio le Rsa, duramente colpite nella prima fase dell’epidemia, rischiano di tornare sotto i riflettori. «La Pieve» di Montecchio registra 90 infetti e 17 decessi, la «Pia Opera Ciccarelli» di San Giovanni Lupatoto (Verona) è arrivata a 66 contagi e cinque vittime, a Mestre nuovo allarme all’«Antica Scuola dei Battuti», che quindici giorni fa aveva esaurito un focolaio di 75 infetti e undici anziani morti. Ieri un’anziana è stata trovata positiva. Altri 26 contagi sono

stati rilevati nella Rsa per anziani del Fatebenefr­atelli di Venezia e due tra i sanitari dell’ospedale dell’Angelo di Mestre. E’ stata infine chiusa la scuola materna di Chioggia, che ha un’unica sezione, dopo il riscontro di cinque tra bimbi e maestre colpiti dal virus.

Sul fronte dei decessi, in Veneto (sono 2277, +12), riguardano generalmen­te anziani con altre malattie. C’è però qualche eccezione, come quella del 67enne residente in Basso Polesine e morto la scorsa notte pur non soffrendo di altre patologie. L’uomo era stato ricoverato in Terapia Intensiva a Trecenta dopo il ritorno da un viaggio nel suo paese di origine, il Marocco. Presentava un quadro clinico molto grave, purtroppo degenerato.

Di fronte alla nuova ondata di contagi (dall’inizio dell’emergenza sono 36.502), i sindaci cercano di correre ai ripari. A Padova Sergio Giordani ha annullato le feste di Halloween e ha chiuso il settore Edilizia del Comune (alcuni servizi restano però operativi), perché cinque dipendenti su 37 sono risultati positivi al tampone. «Sono stati subito attivati tutti i protocolli — comunica l’amministra­zione — 18 dipendenti dell’Edilizia sono in isolamento fiduciario e 13 in smart working. Rimane attivo il centralino, così come i servizi di ricerca e invio pratiche». Nel centro storico sono invece iniziati i controlli anti-Covid da parte della polizia di Stato.

A Vicenza l’annuncio di lunedì del sindaco Francesco Rucco di voler istituire una zona rossa nell’area di Monte Berico non si è concretizz­ato. Ieri infatti si è deciso piuttosto di potenziare i controlli. Nelle notti di venerdì e sabato pattuglie di forze dell’ordine e polizia locale gireranno tre le zone più frequentat­e dai giovani per controllar­e il rispetto delle normative anti-Covid. «Non vogliamo fare la guerra ai giovani — ha spiegato il prefetto di Vicenza, Pietro Signoriell­o, a margine del Comitato provincial­e per l’ordine la sicurezza pubblica di ieri — e riteniamo che in questo momento sia meglio procedere con un’attività particolar­mente intensa di controllo a fini dissuasivi». Ma la scelta di una zona rossa potrebbe essere solo rimandata. «Valuteremo l’efficacia delle misure disposte — ha aggiunto il prefetto — e se sarà necessario compieremo scelte diverse».

Ieri infine Maria Teresa Gallea, Luca Sostini e Paolo Simonato, i tre giovani medici di famiglia padovani che a marzo hanno sostituito a Vo’, allora zona rossa, tre colleghi finiti in isolamento, sono stati nominati cavalieri della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella. «Oggi è un giorno di festa per noi — ha detto Gallea — ma da domani si torna in trincea, sappiamo che sarà un inverno difficile».

Giordani Chiuso il settore Edilizia del Comune, 5 dipendenti positivi. E niente feste di Halloween

Signoriell­o Niente zone rosse a Monte Berico, preferiamo potenziare i controlli nel weekend I decessi L’allerta Il virus colpisce anche gli operatori dell’Angelo. Chiuso un asilo a Chioggia

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