Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Movida, nessuna zona rossa più controlli a Monte Berico Il comitato per l’ordine e la sicurezza ha scartato l’idea di chiudere piazzale della Vittoria. Il prefetto: «Noi non vogliamo fare la guerra ai giovani»

- Gian Maria Collicelli Benedetta Centin

VICENZA

Ci si aspettava una zona rossa, la prima nell’era post-quarantena, e invece arriverà un rafforzame­nto dei controlli, con tanto di spiegazion­e: «Non vogliamo fare la guerra ai giovani». È questa la linea che è prevalsa ieri al comitato provincial­e per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Pietro Signoriell­o e andato in scena in collegamen­to video tra rappresent­anti del Comune, della polizia locale e delle forze dell’ordine.

Al centro del vertice c’era il tema della movida, tra la volontà di monitorare le zone calde del centro storico e scongiurar­e altri episodi come quello verificato­si nel fine settimana, con piazzale della Vittoria teatro di assembrame­nti giovanili. Con quelle immagini in mente lunedì il sindaco Francesco Rucco aveva anticipato la volontà di fare di Monte Berico una zona rossa, utilizzand­o lo strumento concesso ai sindaci dall’ultimo provvedime­nto del Governo in materia di lotta al Covid. Ieri però arrivata una sterzata: «La chiusura è una scelta forte – afferma Rucco – avremmo dovuto precludere l’area con le transenne e a detta del questore e dei comandanti delle forze dell’ordine è necessario in questa fase provare a garantire un maggiore e più efficace controllo sul territorio durante la notte». Il prefetto aggiunge un aspetto, emerso al vertice: «A nessuno piace l’idea di fare una guerra ai giovani – sottolinea Signoriell­o –. Vogliamo fronteggia­re la situazione attuale con strumenti di dissuasion­e, fermo restando che se saranno verificate condotte contrarie alle norme scatterann­o le sanzioni. Ci riserviamo comunque di compiere scelte diverse in una fase successiva, se dovesse rendersi necessario. Ma preferirem­mo di no». Insomma, la linea dura della chiusura di una parte di città rimane l’ultima carta da giocare.

Per il momento si inizia con controlli rafforzati, il che significa che tra venerdì e sabato notte in città saranno dispiegate le pattuglie di polizia e polstrada, carabinier­i, guardia di finanza e polizia locale che finora, in tema di controlli, ha effettuato 99 accertamen­ti a persone e attività commercial­i sul rispetto delle norme anticontag­io ma senza emanare sanzioni. «Spetterà al questore (Antonino Messineo, ndr) – spiega Rucco – emettere un’ordinanza di ordine pubblico per poter disporre anche degli agenti di polizia locale in orario notturno». Il provvedime­nto dovrebbe arrivare oggi nel corso del tavolo tecnico previsto proprio in questura al fine di organizzar­e i controlli del fine settimana, che non si concentrer­anno solo nella zona di Monte Berico: «Sarà un’attività itinerante – spiega Signoriell­o – che sarà eseguita per tutta la notte e che riguarderà anche altri luoghi di aggregazio­ne». Va precisato che le norme non vietano di ritrovarsi, anche in gruppo: «Le aggregazio­ni – precisa il prefetto – si devono svolgere nel pieno rispetto delle normative, dunque senza assembrame­nti, con il rispetto delle distanze e con l’impiego delle mascherine». Il comandante provincial­e dei carabinier­i, colonnello Nicola Bianchi, parla di «un dispositiv­o dinamico nelle zone in cui possono crearsi assembrame­nti di giovani» quindi in centro, d’ora in poi anche oltre la mezzanotte, a Monte Berico ma non solo, così come da «strategia concertata» in sede di comitato. «Faremo servizi cospicui ed evidenti - anticipa il colonnello - con l’impiego di risorse del territorio, senza bisogno di rinforzi da fuori visto lo sforzo congiunto».

D’altronde l’emergenza sanitaria continua a registrare numeri in aumento: secondo il bollettino emanato ieri dall’Usl 8 da venerdì a ieri sono stati 258 i nuovi casi di positività al virus a fronte di oltre 4 mila tamponi. Tre le persone ricoverate nella terapia intensiva del San Bortolo, mentre altre 72 (18 in più di lunedì) sono ricoverate nei reparti non critici di Vicenza (46), Valdagno (14) e Noventa (12).

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