Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’ultimo Dcpm cambia anche il 4 novembre: interventi solo scritti e celebrazioni ridotte
Arzignano Annullata la tradizionale Festa dei Santi del primo novembre
VICENZA Dalla cerimonia del 4 novembre ridimensionata, alla fiera dei Santi di Arzignano saltata. Ma anche gli eventi della biblioteca Bertoliana solo online. I nuovi provvedimenti varati dal Governo che vietano di organizzare in presenza convegni, congressi e persino fiere, feste e manifestazioni pubbliche «con persone in movimento» portano ai primi stop. O in qualche caso, a una modifica sostanziale del consueto programma, come già era avvenuto ai tempi della quarantena della primavera. Un caso emblematico riguarda le celebrazioni del 4 novembre, quando si festeggia la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate. Il protocollo è stato ridimensionato: niente orazioni ufficiali ma interventi delle autorità trascritti in un volantino che sarà distribuito all’interno del santuario della Madonna Monte Berico, dove si svolgerà la funzione religiosa celebrata dal vescovo, Beniamino Pizziol. E anche prima della messa, in occasione dell’alzabandiera al piazzale della Vittoria saranno (appena) 12 le persone presenti in rappresentanza di tutte le autorità civili e militari di città e provincia.
Ma non c’è solo la cerimonia del 4 novembre. In città gli incontri del ciclo «La nuova Bertoliana» organizzati dalla biblioteca di contra’ Riale si terranno in videoconferenza (ogni giovedì da domani al 19 novembre), mentre Arzignano ha dovuto rinunciare alla «Fiera dei Santi», con un programma già stampato che prevedeva eventi per 15 giorni in città. «Speriamo possa essere un arrivederci al 2021» fanno sapere dal Comune di Arzignano.
Infine, in tema di emergenza sanitaria da Covid-19 arrivano anche le prese di posizione di alcune sigle sindacali. Oggi si sono dati appuntamento per un sit-in in piazza Castello le categorie di lavoratori dei multiservizi di Cgil, Cisl e Uil per chiedere il rinnovo del contratto degli operatori della sanificazione. «Il settore occupa circa seimila persone in tutta la provincia – fanno sapere dalle sigle sindacali – e si tratta di lavoratori prima invisibili e ore diventati indispensabili. Ma il contratto è fermo da sette anni e lavoratori e lavoratrici chiedono di essere riconosciuti». Sul fronte sindacale, però, a muoversi è anche Cisl-funzione pubblica, che ieri, dopo gli annunci del fine settimana, ha indetto lo stato di agitazione per i dipendenti della Provincia in virtù del fatto che lo smartworking è stato concesso dall’ente «discrezionalmente e marginalmente – è la tesi del sindacato – e solo ad una esigua percentuale di personale avente i requisiti».