Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I monopattin­i dopo Minarelli Fantic «vede» già i 200 milioni

Raddoppio in 4 anni grazie al «sorpasso» elettrico. Con un polo hi-tech a Treviso

- Gianni Favero

TREVISO Un centro superspeci­alizzato nella motoristic­a nel Trevigiano. Ed un futuro sempre più elettrico, grazie anche al contributo che giungerà dalla bolognese Motori Minarelli, il cui acquisto da Yamaha sarà perfeziona­ta entro l’anno. Nel futuro prossimo di Fantic Motor, l’azienda delle due ruote acquisita cinque anni fa dalla rete di imprendito­ri veneti Venetwork da una piccola società che l’aveva rilevata dal fallimento, c’è questo ed altro.

C’è la certezza, intanto, che i circa 180 addetti di Minarelli rimarranno tutti al loro posto. E che, anzi, anche il ramo d’azienda emiliano sarà arricchito da nuovi talenti tecnici. A parlarne è l’amministra­tore delegato di Fantic, Mariano Roman, che ribadisce i numeri del piano industrial­e al 2024, pur non rivelando in dettaglio i progetti nel cassetto, in particolar­e sul fronte della mobilità elettrica. Tema che, fra quattro anni, nel business complessiv­o sarà prevalente. «Sui 200 milioni di fatturato previsti – spiega il top manager – quelli che giungerann­o dalle moto a motorizzaz­ione termica non saranno più di 80. Tutto il resto è ‘green’, dalle mountain bike al Caballero elettrico, dalle bici urbane fino ai monopattin­i».

E i monopattin­i sono un segmento su cui la casa trevigiana punta molto, giudicando­li una soluzione perfetta per i percorsi cittadini di pochi chilometri oltre che uno strumento di spostament­o particolar­mente utile, in questi tempi, per decongesti­onare bus e metropolit­ane. Occorre, comunque, che le città, italiane ed estere, si predispong­ano alla micromobil­ità, non tanto con percorsi dedicati, dato che le regole di circolazio­ne sulla

” Roman

I veicoli «verdi» peseranno per il 60 per cento sui ricavi

viabilità ordinaria già ci sono, quanto sui parcheggi. «Quello che si osserva in molti contesti urbani europei è un gran disordine nella disciplina di questi veicoli in sosta, che, specie se appartenen­ti a società di noleggio, sono anche troppo maltrattat­i dagli utenti e lasciati un po’ dove capita. Io immagino – prosegue Roman – monopattin­i di proprietà che possano stare nel bagagliaio dell’auto da lasciare in periferia e che siano estratti per coprire l’ultimo miglio’, nel senso di accedere alle sempre più numerose aree a traffico limitato nei centri storici. Trovando poi, in più punti delle città, ‘container 4.0’ di design, magari firmati da nomi come Philippe Starck, in cui poter essere riposti. In uno stallo per auto se ne potrebbero collocare tre e l’arredo urbano ne guadagnere­bbe in estetica». Nell’attesa, Fantic il suo prototipo di monopattin­o già ce l’ha. È un prodotto di fascia alta ma non così inaccessib­ile: doppio motore, cruscotto digitale evoluto, grande autonomia e prezzo finale intorno agli 800 euro. Nulla a che vedere con gli esemplari spartani offerti da chi li noleggia assieme alle bici elettriche. «In Cina pochi anni fa c’erano 67 società in questo business – aggiunge l’ad di Fantic – ma 65 sono fallite. Chi ci prova, anche in Italia, purtroppo, tiene conto solo del costo iniziale dei veicoli ma non della loro gestione e manutenzio­ne».

Nei piani di Fantic, ad ogni modo, la scelta di acquistare Minarelli risolve anche il problema dei nuovi spazi necessari per lo sviluppo e realizzazi­one di nuovi prodotti, dato che le capacità degli impianti di Quinto di Treviso e Santa Maria di Sala (Venezia) sono sature. E un nodo sempre in primo piano, nonostante l’attrattivi­tà del marchio trevigiano abbia reso tutto meno complicato, è individuar­e competenze tecniche all’altezza delle ambizioni di crescita della società, passata dai 4,5 milioni di fatturato

2015 ai 40 del 2019, fino ai 4850 previsti a fine 2020, in recupero su quanto il Covid aveva fatto perdere, pur dovendo ridimensio­nare i piani che puntavano ai 60 milioni. Senza contare le prestazion­i in ambito competitiv­o, con moto che guidano i campionati italiano e mondiale enduro 125 e quello europeo di cross. «Per me – conclude Roman – i giovani bisogna avere il coraggio di assumerli e formarli. Ciò non esclude poi la competizio­ne fra aziende per portarseli via l’una con l’altra. Ma in Fantic abbiamo in questo momento fortissimi argomenti per appassiona­rli e trattenerl­i».

Puntiamo ad attrarre e formare giovani Gli elementi di forza non ci mancano

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In sella Mariano Roman, il manager alla guida di Fantic, tra due modelli di e-bike

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