Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Vite vissute e no», l’«egostoria» di Mario Isnenghi
Lo storico veneto Mario Isnenghi e il nuovo libro autobiografico Volti, ricordi, famiglia e politica tra Venezia, Asiago e i Colli Euganei
Eccola, la parola: egostoria. Scritta una sola volta in tutto il libro, ma portante e decisiva, per quel che dice e quel che sottintende. Stiamo parlando di Vite vissute e no - I luoghi della mia
memoria (Il Mulino editore) l’ultima fatica, macché fatica, l’ultimo piacere di Mario Isnenghi: è sbrigativo definirlo autobiografia, è troppo di più. E se «egostoria» è il conio dell’autore, in realtà non è sufficiente: perché dice che in primo piano c’è lui, il professorino diventato storico di fama nazionale, maestro di una scuola che porta le sue stimmate, ma non lascia intendere tutti gli altri che affollano le pagine, gli uomini e le donne delle vite vissute, e quelli che non sono riusciti a farlo.
Isnenghi si mette con coraggio - ma gli viene naturale - davanti allo specchio, ma dietro il ciuffo intatto dopo 82 anni compaiono accanto a lui decine di persone con i loro volti, alcuni sfumati, altri vivissimi, tutti a far corona nello specchio: che quindi non ci restituisce Narciso, ma una pluralità. Questa è un’autobiografia di gruppo, una barca che naviga in settant’anni di storia con Isnenghi al timone, ma stracolma di passeggeri. Sostanzialmente è un libro di storia, che da personale diventa allargata e comprende tempi, fatti, ambienti raccontati e vissuti da almeno due generazioni, i vecchi e i meno vecchi, che ne sono stati coinvolti o toccati. E’ storia riconoscibile, si può toccarla con mano, i nomi sono quelli di persone incontrate o di cui si sa, e l’effetto è quello di un libro che si può vivere in prima persona, per moltissimi. Per gli altri, il disvelamento dei piccoli mondi che costellano un’esistenza dipanatasi dal 1938 ad oggi: la famiglia, la fanciullezza a Venezia, la scuola da allievo e da insegnante, la o meglio le Univerla sità, le suggestioni del pensare politico, ma anche l’altopiano di Asiago o la «casa libera» sui colli Euganei. E’ un caleidoscopio mobilissimo, perché molto preme e si rincorre. E’ naturale che il fulcro sia lui - Isnenghi - ma con una presa d’atto che si concentra nella formuletta «io-me», dove al soggettivo si affianca l’oggettivo. E’ lui due volte, ma il prof riesce anche a vedersi da fuori, come lo vedono gli altri. E se Lallo Romano, l’anima di Belfagor, lo definiva «l’erculeo Isnenghi», per l’attivismo, la fiducia in se stesso,
forza delle idee, qui Isnenghi è nudo come il re, ma decide di spogliarsi da solo. Ne esce un’umanità non sempre facile da cavar fuori, ma che a ben vedere c’è sempre stata. Crediamo non sia stato facile, per il prof, quest’ammissione di umanità: tutta la sua vita è corsa su altri registri, il rigore, la schiettezza, il sentirsi elitario, la poca condiscendenza. Mitica la frase di un collega: «La tua perfidia era in forma smagliante». Anche queste pagine sono senza diplomazia, senza infingimenti, neppure verso se stesso. E’ quella che si chiama onestà intellettuale. Ma la magìa del libro, che corre veloce come una pièce teatrale in cui si succedono le entrate in scena, è che i protagonisti si moltiplicano, e i veli si tolgono, le storie affiorano, glorie e miserie comprese. Non c’è un parolone, in 327 pagine, non c’è fumo, non c’è nebbia ideologica: tutto chiaro, tutto all’indicativo, come dovrebbe e deve essere. In fondo, un’altra grande lezione di storia. E oltre le persone, i libri: si capisce che la vita molto vissuta di Isnenghi sono i libri, quelli pubblicati. Un fiume, alimentato da una sorgente sempre fresca: sul Risorgimento, per non dire della Grande Guerra, infine su Venezia negli ultimi due secoli, «contro i ciechi innamorati della ‘’morte a Venezia’’». Storico di sinistra, dalla prima all’ultima pagina, di una sinistra indipendente che si pone sempre domande, ma le fa anche agli altri, non schiava dell’ideologia, cosciente fino all’oggi: «Dove sono i socialisti? Dove sono i comunisti? Solo i fascisti ci sono ancora».