Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le paure al telefono anti-suicidi
Dai suicidi degli imprenditori ai pazienti
Era nato nel 2012, per volere della Regione Veneto, come numero verde antisuicidi, pensato per gli imprenditori travolti dalla crisi economica. Da marzo è stato riadattato a servizio di supporto psicologico per chi è in ansia da virus.
Quando
SANTORSO (VICENZA) era nato, nel 2012, istituito dalla Regione Veneto, era il numero verde antisuicidi, pensato per gli imprenditori travolti dalla crisi economica. Poi era stata la volta del crac delle banche venete e delle migliaia di risparmiatori rimasti con un pugno di mosche in mano, senza più garanzie per il loro futuro. Da marzo, da quando è scoppiata la pandemia, il servizio è stato riadattato all’emergenza sanitaria e gli psicologi hanno fornito supporto e continuano a farlo a chi è in difficoltà e in ansia per il Covid 19, con tutte le sue sfaccettature, le ricadute nei diversi ambiti, non solo lavorativo.
A chiedere aiuto sono giovani e meno giovani, mamme sole con figli, insegnanti e ragazzi, in gruppo o affiancati dai genitori; e ancora professionisti e disoccupati, persone a cui il virus ha solo amplificato i problemi. Denominatore comune l’ansia, la paura, la preoccupazione crescente. Davanti a cui siamo tutti uguali: nessuna distinzione. «Non c’è un target specifico, abbiamo problematiche di comunità» fa sapere Emilia Laugelli, responsabile del servizio della Regione Veneto «inOltre», con il numero verde 800 33 43 43 attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24.
Lo contatta chi ha ottenuto l’esito del tampone, con l’ansia di non riuscire a superare il contagio da coronavirus, alcuni di non sopravvivere, ancora più nel panico quando a risultare positivo è pure il secondo test. In diversi raccontano agli psicologi della loro paura del domani, di quello che potrebbe arrivare, compreso un nuovo lockdown. Spaventati, timorosi di doversi chiudere in casa ancora una volta e a lungo. E poi ci sono le preoccupazioni per il lavoro ma pure per la scuola nel caso dei più giovani e le difficoltà nelle dinamiche relazionali e di socializzazione.
Nelle scorse settimane c’erano poi gli insegnanti che chiedevano consigli su come gestire l’ansia per il ritorno in classe e giovani che dopo il lockdown non sapevano come tornare ad affrontare le relazioni, come gestire i problemi legati alla scuola.
Dal 2012, da quando il numero verde di ascolto e supporto psicologico è stato creato - in collaborazione con l’Usl 7 Pedemontana e con il supporto del dipartimento di psicologia dell’Università di Padova - sono stati 10385 i colloqui effettuati, quasi 4mila dal 19 marzo ad oggi (chiamate fatte per di più dalle province di Vicenza, Padova e Treviso, dove il 70 per cento sono uomini, il 27,3 per cento ragazzi tra i 19 e 30 anni, il 36,5 per cento tra i 31 e i 50 anni, il 28,7 per cento tra i 51 e i 70 e il 4 per cento over 70, stessa percentuale degli adolescenti tra i 15 e i 18 anni). Ora si contano circa nove telefonate al giorno.
Dieci gli psicologi che rispondono al numero verde, turnandosi, offrendo a chi chiama gli strumenti per affrontare paure e ansie. «Il picco di chiamate è stato durante il lockdown, anche cento al giorno, giorno e notte, tanto che tra marzo e aprile abbiamo fatto quello che facevamo in un anno» fa sapere Laugelli, dirigente dell’unità di psicologia dell’ospedale Alto Vicentino
di Santorso (dove si trova la piattaforma telefonica). «Non abbiamo mai smesso di lavorare: anche se dopo il lockdown le telefonate erano diminuite era rimasta la preoccupazione per l’emergenza sanitaria, per il lavoro, per i problemi economici da affrontare nel post - continua la psicologa e psicoterapeuta ora è tornata la paura dell’emergenza sanitaria, il covid è la grande preoccupazione da cui scaturiscono i motivi per cui stare male. E se prima era il trauma ora ci si predispone verso quello che potrebbe arrivare, in molti si chiedono come faranno a gestire il loro futuro con questo orizzonte».
Uno scenario in cui scongiurare, come negli anni degli imprenditori in crisi, il rischio suicidario «che per ora è di scala media e limitato a pochi casi».
” Laugelli Cento chiamate al giorno durante il lockdown